Roma, 18 luglio 2023 – L’emergenza caldo morde il freno, condizionatori in tilt nei tribunali del Lazio. Le temperature roventi portate dall’anticiclone africano stanno mettendo in ginocchio non solo l’Italia, ma anche la giustizia. Con il caldo record registrato nella Capitale, dove la protezione civile ha predisposto un piano di emergenza, nelle aule dei tribunali di Roma e Viterbo la situazione è fuori controllo. La rottura di diversi condizionatori e la scarsa manutenzione degli stabili delle procure rischia di creare malori e disagi per magistrati, cancellieri e forze dell'ordine. “Qui si muore e nessuno fa nulla”, dicono i dipendenti.
“Manca l’aria in procura: malori tra i dipendenti”
"Solamente questa mattina due dipendenti si sono sentite male: manca l'aria sia nella palazzina C della Procura, sia al Tribunale Monocratico che al quarto piano ospita le stanze di alcuni pm", spiegano i rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori (Rls ed Rsu) della procura. Una situazione allarmante e che è destinata a peggiorare. "Siamo la terza procura più grande d'Europa, ma bisognerebbe parlare della ‘bufala’ più grande d'Europa. Lavoriamo con i ventilatori e, se proviamo ad azionare i 'pinguini', la corrente salta e la luce si spegne", aggiungono le sindacaliste.
Uffici roventi a Roma
Sguardi persi dei dipendenti e sudore che gronda sui fascicoli. Nelle stanze del tribunale di Roma la temperatura è rovente. All'ufficio del 415 bis, dove partono le notifiche agli indagati, i gradi percepiti sono 40. Dopo 10 minuti i dipendenti sono costretti a uscire. Non va meglio all'ufficio
esecuzioni . "Una situazione da terzo mondo, siamo costretti ad andare al bagno e a fare impacchi con l'acqua gelata ogni 20 minuti", dicono le dipendenti. Il tutto con il benestare del medico del tribunale che raccomanda di "prendere aria quando possibile".E, come se non bastasse, anche la beffa: sulle porte di alcuni uffici si raccomanda ancora la mascherina anti-Covid ai dipendenti. "Abbiamo delle segnalazioni di punte di 30/31 gradi in alcuni uffici, ovviamente a queste temperature è difficile garantire un servizio accettabile. Eppure noi non possiamo abbandonare la postazione perché facciamo parte dei cosiddetti ‘servizi indifferibili’. La giustizia non può fermarsi: ci sono colleghi con il sudore che cade sui fascicoli", racconta Cristina Marcone, rappresentante per la sicurezza dei lavoratori del tribunale di Roma.
Corrente a singhiozzo
Se si accendono i condizionatori portatili degli uffici, la situazione precipita: salta la corrente. Come risolvere il problema? "Non c'è soluzione", tuona Cristina Marcone. Forse si potrebbe pensare a un provvedimento d’urgenza per far chiudere gli uffici almeno nelle ore più calde, con temperature record intorno alle 13. "Comunque dalle 9 del mattino fino all’ora di pranzo fa caldissimo. I dipendenti potrebbero uscire prima, ma non risolverebbe il problema”, spiega la sindacalista. “Stiamo provando a utilizzare pinguini e ventilatori, ma non ci sono soluzioni, altrimenti le avrei chieste al presidente del tribunale, che è sempre molto disponibile. Non è però lui che decide sulle spese che sono in capo al ministero".
Viterbo: processi rinviati
Situazione fotocopia a Viterbo. Qui il presidente vicario Eugenio Maria Turco ha preso provvedimenti urgenti. I magistrati che tengono le udienze penali sono quindi autorizzati, se c'è richiesta delle parti, a rinviare i processi, fatta eccezione per quelli con imputati sottoposti a misura cautelare. "Sono pervenute numerose segnalazioni relative alla difficoltà di tenere udienza nei locali del palazzo di giustizia a causa delle elevate temperature che si registrano al loro interno”, si legge nel decreto del presidente, firmato lo scorso 12 luglio, che spiega di aver "preso atto di quanto espresso al riguardo dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati che segnalava la insostenibilità delle condizioni climatiche all'interno delle aule di udienza penale e chiedeva l'adozione di misure che possano garantire la salute degli operatori e degli utenti”.
Pnrr: lavori al via
In autunno, nella cittadella della giustizia di Roma dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione: nuovi infissi alle finestre, revisione all’impianto elettrico e interventi risolutivi sul sistema di condizionamento. Tutto con i fondi del Pnrr. "È necessario farlo e anche questo argomento andrà affrontato”, spiegano dal sindacato, perché durante l’intervento i dipendenti del tribunale verranno trasferiti nei container, ma “potrebbero volerci anche 3 anni", dice Marcone.