Mercoledì 17 Luglio 2024

Agguato a Don Coluccia: “Tornerò in strada più forte di prima”. Arrestato un 28enne con l’accusa di tentato omicidio

Il parroco: “Ho avuto paura, mi ha salvato la scorta”. L’incontro con Meloni a Palazzo Chigi. “La premier verrà nelle periferie”

Don Antonio Coluccia, il prete coraggio di Tor Bella Monaca a Roma

Don Antonio Coluccia, il prete coraggio di Tor Bella Monaca a Roma

Roma, 30 agosto 2023 – "Forse pensavano di togliermi definitivamente dalla faccia di questa terra ma mi dispiace, io continuerò ancora più forte di prima, tornerò in strada”. Così don Antonio Coluccia ha commentato in un’intervista in tv l'agguato di ieri a Tor Bella Monaca: un ragazzo su uno scooter ha tentato di investirlo mentre partecipava alla marcia per la legalità. “Ho avuto paura - dice - perché mi sono visto questo scooterone vicino a me e quando ha accelerato ho pensato mi colpisse. Devo ringraziare l'operatore della scorta che mi ha spostato e salvato”.

Coluccia è stato ricevuto questo pomeriggio da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. La premier “ha promesso che farà un giro nelle periferie, quando e come non lo so ma ha promesso che verrà: l'ho vista molto convinta e credo che i cittadini di questi territori hanno bisogno di vedere uno Stato di prossimità”, ha detto il sacerdote al termine dell’incontro. 

Fascicolo per tentato omicidio

La procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio a carico di Sergio Del Prete, il 28enne con precedenti per spaccio che ieri sera avrebbe tentato di investire il prete antimafia. Al pm Antonio Clemente è arrivata una prima informativa degli inquirenti e, dopo che nello zaino di Del Prete è stata trovata anche una mannaia e un martello, i magistrati stanno valutando se contestare anche l'accusa di porto d'armi abusivo. Nelle prossime ore il pm chiederà la convalida dell'arresto e l'uomo comparirà davanti al gip.  

Intanto arrivano i messaggi di solidarietà. Dalla polizia alla curia, sono tutti con don Antonio Coluccia e il poliziotto della scorta che gli ha salvato la vita. “'Attentato estremamente grave: l’abito del sacerdote e la divisa della polizia bersaglio dei criminali”, dice Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato. Il vescovo Reina: “Atti intimidatori non scoraggeranno don Antonio”. E non è la prima volta che il sacerdote diventa bersaglio della criminalità. 

Cosa è successo

Un 28enne ha tentato di investire con lo scooter il prete-coraggio delle periferie più difficili, che gestisce un bene confiscato alla criminalità adibito a comunità di recupero per ex detenuti. È successo ieri durante una manifestazione in via dell’Archeologia, alla periferia di Roma, zona di spaccio e criminalità. Un agente della scorta ha evitato il peggio ed è stato sbalzato al suolo, ma prima ha reagito sparando un colpo di pistola che ha ferito il malvivente al braccio. "Ecco che l'abito del sacerdote, proprio come la divisa delle forze di polizia, diventa bersaglio dei criminali. Oggi allora non possiamo che ringraziare – continua Mazzetti – e stringerci ancor di più attorno a don Coluccia, proprio come ci stringiamo attorno al nostro collega che lo ha saputo difendere così efficacemente, così difendendo tutto ciò per cui noi e lui lavoriamo senza tregua".

"Siamo colpiti dall'arrogante violenza che abbiamo visto ieri in strada – aggiunge Massimo Nisida, segretario Fsp Roma - e che riscontriamo sempre più di frequente in tante diverse occasioni. Uno stato di cose che impone di mettere mano a protocolli operativi e regole di ingaggio, rendendo tutto estremamente chiaro e codificato. Il collega che ieri ha salvato don Coluccia è stato estremamente in gamba e, meritatamente, ha raccolto lodi e vicinanza. Non possiamo però evitare di domandarci cosa avrebbe dovuto aspettarsi se qualcosa fosse andato storto?''.

Reina: “Intimidazioni non scoraggeranno don Antonio”

A nome della diocesi di Roma, monsignor Baldo Reina, vice gerente del Vicariato, esprime "piena solidarietà” a don Coluccia e agli uomini della sua scorta. "Don Antonio – ricorda il vescovo – ormai da diversi anni svolge il suo servizio pastorale mettendosi accanto ai giovani che vivono il disagio delle dipendenze da droghe, facendo sentire la sua voce contro coloro che continuano a seminare morte e a spacciare l'inganno. Atti intimidatori, come quello consumato ieri, non scoraggeranno don Antonio nella sua delicata missione. Tuttavia, quanto accaduto, interpella in modo forte la comunità civile e l'impegno dei singoli credenti''. "È bene – dice monsignor Reina – che da parte di tutti si alzi un grido coraggioso contro ogni scelta che minaccia la vita dei nostri ragazzi. Il tempo che stiamo per vivere, con la diffusione sempre più dilagante di sostanze tossiche richiede uno sforzo corale affinché sia affermata la dignità della vita umana, ai ragazzi siano garantiti contesti sani e sicuri e sia presa sul serio la sfida educativa, consapevoli del tesoro immenso dei giovani per il presente e per il futuro della nostra società".