Roma, 12 dicembre 2023 – L’antica Roma non finisce mai di stupire e l’ultima sorpresa l’ha regalata il Parco archeologico del Colosseo dove è stata riportata alla luce una nuova domus tra il Foro e il Palatino. Per gli archeologi è un nuovo tassello per studiare la Roma preimperiale perché la lussuosa abitazione rinvenuta è di età tardo-repubblicana, mentre, per la sua collocazione nel cuore della città e le rare decorazioni che conserva, potrà diventare un ulteriore elemento di valorizzazione e richiamo turistico per il Parco archeologico del Colosseo.
La nuova domus tra Foro e Palatino
Della nuova domus già erano state scavate alcune strutture murarie nel 2018. La casa insiste esattamente nell'area in cui, in età augustea, vennero costruiti gli Horrea Agrippiana, i celebri magazzini lungo il vicus Tuscus (strada commerciale che collegava il porto fluviale sul Tevere e il Foro Romano) voluti dal genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa. Dietro gli Horrea, tra i magazzini e le pendici del colle Palatino, la domus si sviluppa su più piani, probabilmente articolata a terrazze, frutto di una stratificazione di almeno tre fasi edilizie, databili tra la seconda metà del II secolo e la fine del I secolo avanti Cristo. Distribuita intorno a un atrio/giardino, l'abitazione presenta, un ambiente principale, lo specus aestivus, una sala per banchetti che imita una grotta, utilizzata durante la stagione estiva e originariamente animata da spettacolari giochi d'acqua come testimonia il passaggio di alcune fistule (tubi) in piombo fra le pareti decorate.
Il raro mosaico rustico
A rendere eccezionale la scoperta è il rinvenimento, in questo ambiente, di uno straordinario rivestimento parietale in mosaico cosiddetto rustico, che, per complessità delle scene raffigurate e per cronologia, è privo di confronti. Costituito da conchiglie di diverso tipo, tessere di blu egizio, preziosi vetri, scaglie minute di marmo bianco o di altri tipi di pietre, tartari (ovvero frammenti di travertino spugnoso) e cretoni di pozzolana legati da malta e orditi, il mosaico, che si data agli ultimi decenni del II secolo avanti Cristo, presenta una sequenza complessa di scene figurate. Nelle quattro edicole, definite da lesene e decorate con vasi da cui fuoriescono tralci di foglie di loto e di vite, sono raffigurate cataste di armi con trombe di tipo celtico (carnyx), prue di navi con tridente, timoni con triremi che alludono, forse, a un duplice trionfo, terrestre e navale, del proprietario della domus.
La raffigurazione di una città costiera
La grande lunetta soprastante presenta, inoltre, un'affascinante raffigurazione di paesaggio con, al centro, una città, con scogliera simulata con i tartari di travertino, affacciata sul mare solcato da tre grandi navi di cui una con vele sollevate; una cinta muraria con piccole torri circonda la città dotata di portici, porte e di un grande edificio pubblico; su uno dei lati una scena pastorale. La rappresentazione di una città costiera potrebbe alludere a una conquista bellica da parte del proprietario della domus, forse un personaggio aristocratico, presumibilmente di rango senatorio. In una stanza di rappresentanza attigua, peraltro, l'accurato lavoro di restauro ha riportato alla luce un rivestimento in stucco bianco con paesaggi entro finte architetture e figure di altissima qualità.
La lussuosa dimora di una famiglia senatoria
Nel suo insieme, la domus si qualifica, dunque, come residenza in cui si ritrova precocemente espressa quella luxuria asiatica che per tutto la tarda età repubblicana fu motivo di polemica e feroce lotta politica tra le fazioni aristocratiche e che conferma quanto dicono le fonti sulla presenza, con estese residenze, di esponenti di grandi famiglie senatorie romane nell'area nord-occidentale del Palatino. Una scoperta straordinaria che riporta alla luce un autentico gioiello che a conclusione degli scavi e dei restauri si va ad aggiungere ai nuovi e diversificati percorsi di visita aperti negli ultimi anni e che compongono la variegata proposta culturale del Parco archeologico del Colosseo.
Sangiuliano: “Un autentico tesoro nel cuore della romanità”
"La scoperta di una nuova domus con un ambiente decorato da un mosaico davvero straordinario rappresenta un risultato importante che dimostra, ancora una volta, quanto il Parco archeologico del Colosseo e il ministero della Cultura siano costantemente impegnati nel promuovere la ricerca, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale". Lo sottolinea in una nota il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo la scoperta di una domus tra il Foro e il Palatino. "Il rinvenimento ha poi un importante valore scientifico che rende la domus ancor più rilevante. Dopo la riapertura della Domus Tiberiana e il miglioramento dell'accessibilità dell'Anfiteatro Flavio, con l'inaugurazione dell'ascensore che ora arriva al terzo ordine, il cuore della romanità ha disvelato quindi un autentico tesoro, che sarà nostra cura salvaguardare e rendere fruibile al pubblico", conclude il ministro.
Russo: “Sarà accessibile al pubblico al più presto”
"Si tratta di un importante risultato - spiega il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo - che ripaga un lungo lavoro di studio e di ricerca e che rientra in uno degli obiettivi prioritari del Parco, quello della conoscenza e della sua diffusione. Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente lavoreremo intensamente per rendere al più presto accessibile al pubblico questo luogo, tra i più suggestivi di Roma antica".
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