Martedì 12 Novembre 2024

Disordini al centro migranti di Roma: sassi e fumogeni a Ponte Galeria. Tensioni dopo il suicidio di un 22enne

Una trentina di migranti avrebbero cercato di sfondare una porta e incendiare un’auto della polizia. La rivolta è scoppiata dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un giovane. Parlamentari in visita al Cpr, l’appello a Piantedosi: “Disumanità insostenibile, il centro va chiuso”

Roma, 4 febbraio 2024 – Disordini al centro migranti di Ponte Galeria, a Roma. Scagliati sassi e pietre contro il personale, mentre 30 persone hanno prima tentato di sfondare una porta in ferro e poi di incendiare l’auto della polizia. La tensione è salita dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un  22enne: il ragazzo si sarebbe suicidato impiccandosi alla cancellata dopo sette mesi di permanenza nel centro. Ecco cosa ha scritto prima di uccidersi.

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Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine, che hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. È quanto sta accadendo al Cpr di via Cesare Chiodi, dove stanotte un giovane migrante della Guinea si sarebbe tolto la vita.

Disordini nel Cpr a Roma, sassi contro il personale (Ansa)
Disordini nel Cpr a Roma, sassi contro il personale (Ansa)

Garante: "I compagni hanno tagliato la corda”

“Non c'è però bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c'era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi”. Lo scrive in un post la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone. “Il Garante regionale e io – continua – siamo qui (al Cpr) da ormai due ore, insieme alla senatrice Cecilia D'Elia e al deputato Riccardo Magi. Siamo riusciti a parlare con un paio dei compagni di trattenimento di S.O. che si trovavano nel suo stesso reparto e con alcuni operatori. Domani riferiremo all'autorità giudiziaria quando abbiamo appreso”.

Poi spiega che il ragazzo 22enne che si è suicidato nel centro è stato trovato impiccato. “I suoi compagni hanno tagliato la corda e provato a soccorrerlo chiamando gli operatori del centro. Il ragazzo è stato portato in infermeria dove hanno effettuato le manovre di rianimazione in attesa dell'ambulanza. Quando il medico è però arrivato non ha potuto far altro che constatare il decesso”.

Parole strazianti: “Che io possa riposare in pace”

"Non sarebbe stata una overdose di sedativi ad aver ucciso questa notte un ragazzo, ma una corda, cioè un suicidio per impiccagione. Ha lasciato le sue parole strazianti, scritte con una sigaretta su un muro del centro”, scrivono su Facebook gli attivisti di 'Mai più lager - No ai Cpr'.

Parole terribili che pesano come un annuncio di morte quelle scritte dal 22enne sul muro del centro di Ponte Galeria, prima del suicidio. “Se dovessi mai morire – ha scritto col mozzicone di una sigaretta – vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta. I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L'Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace”.

Le indagini

Sul caso indagano i poliziotti del commissariato San Paolo. Stando alle prime ricostruzioni, si tratterebbe di un suicidio. La scoperta è avvenuta questa mattina all'alba. Al momento, la situazione nella struttura sarebbe tornata alla normalità, ma l’attenzione resta alta.

Appello a Piantedosi: “Il centro va chiuso”

“L'ennesima tragedia avvenuta questa notte nel Cpr di Ponte Galeria, dove un ragazzo si è tolto la vita impiccandosi alla cancellata esterna del reparto 5 in cui era trattenuto, è la conferma della assoluta e insostenibile disumanità di questi luoghi”, dicono il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e la senatrice del Pd Cecilia D'Elia, in visita in queste ore al Cpr di Ponte Galeria.

“Mentre siamo ancora nel centro di detenzione – spiegano – continua la protesta disperata degli altri cittadini stranieri detenuti sconvolti per la morte del loro compagno ed esasperati per le condizioni di detenzione". Ma non solo. "Sono luoghi di pura afflizione, se si considera che la maggior parte dei detenuti non saranno mai rimpatriati e prolungare la detenzione fino a 18 mesi come ha fatto il governo Meloni è folle. Chiediamo al ministro Piantedosi di visitare questo luogo e di chiuderlo al più presto", concludono i parlamentari.

Le reazioni

“Non c'è bisogno di capire le dinamiche del fatto accaduto questa mattina per dire che la struttura alle porte di Roma sia un luogo assolutamente inumano: i Cpr vanno chiusi e va radicalmente ripensato il modello di accoglienza delle persone che arrivano nel nostro Paese". Così in una nota la consigliera regionale del Partito Democratico, Marta Bonafoni, presidente della XIII Commissione consiliare 'Trasparenza e pubblicità'.

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