Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE ROMA

Roma, con auto su scalinata di Trinità dei Monti, rinviato a giudizio

Rischia fino a 5 anni: danni quantificati in 50mila euro, il Comune si è costituito parte civile. Oggi in Consiglio dei Ministri il nuovo decreto contro bravate ed eco-vandali: carcere per chi danneggia monumenti

La Maserati scende la scalinata di Trinità dei Monti a Roma

Roma, 11 aprile 2023 - Andrà a processo l'uomo che danneggiò la scalinata di Trinità dei Monti percorrendola col proprio Suv. E proprio oggi approda in Consiglio dei Ministri il decreto contro attiva vandalici o imbrattamenti, anche quando fatti per proteste di carattere civile, dei beni pubblici.

Ingegnere saudita a processo: danno da 50mila euro

É stato rinviato a giudizio a Roma l'ingegnere saudita che la notte dell'11 maggio dello scorso anno ha danneggiato a bordo di una Maserati la scalinata di Trinità dei Monti a Roma. Il gup di Roma ha fissato il processo a gennaio 2025. Al 38enne, che venne rintracciato qualche giorno dopo i fatti all'aeroporto milanese di Malpensa, la Procura contesta l'ipotesi di reato prevista dall'articolo 518 duodecies relativo alla ''distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici'': una fattispecie a tutela del patrimonio culturale che prevede condanne da due a cinque anni. Il danneggiamento della scalinata era stato immortalato anche dalle telecamere di videosorveglianza: l'uomo, con l'auto presa a noleggio, una Maserati Levante, dopo aver percorso via Sistina, era sceso dalla scalinata di Trinità dei Monti, danneggiandone i gradini, e poi aveva risalito le scale sempre a bordo del suv. Il danno era stato quantificato in quasi 50mila euro. Nel processo si è costituito parte civile il Comune di Roma, con l'avvocato Enrico Maggiore.

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Governo: carcere contro bravate ed eco-vandali

Il Governo dichiara 'guerra' agli eco-vandali e lo fa con un disegno di legge che punta a rafforzare le misure in materia di tutela del decoro, nonché le sanzioni previste dal codice penale per chi danneggia beni culturali o ambientali. Con una nota palazzo Chigi stamane ha annunciato un disegno di legge con sanzioni contro chi imbratta, deturpa e distrugge beni culturali e paesaggistici. Il provvedimento, proposto dal ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano, sarà oggi all'esame del Consiglio dei Ministri convocato per il pomeriggio.

Alla luce degli ultimi episodi di vandalismo, dalla vernice arancione lanciata contro Palazzo Vecchio a Firenze o contro Palazzo Madama al liquido nero sversato nella fontana della Barcaccia a Roma il primo aprile scorso, Giorgia Meloni, raccontano, avrebbe deciso di intervenire. Da qui la scelta di inserire il ddl all'ordine del giorno della riunione di Governo, attraverso una integrazione: nel dettaglio sono previste ''disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici''.

Gli edifici imbrattati dagli ecovandali

Negli ultimi tempi si sono intensificate le azioni dimostrative dei giovani attivisti per il clima del collettivo 'Ultima generazione': basti pensare al liquido nero sversato nella fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna o alla vernice arancione lanciata da due attivisti contro Palazzo Vecchio a Firenze, la stessa utilizzata a gennaio per imbrattare Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. Ad Ancona gli attivisti si era limitati a ‘coprire’ la fontana delle 13 cannelle. Iniziative fortemente stigmatizzate dal partito di Giorgia Meloni, che ora vuole correre ai ripari con un ddl ad hoc che vede come primo firmatario il senatore Marco Lisei. La bozza del testo - che l'Adnkronos ha potuto già visionare - è ancora in fase di perfezionamento ed è composta da un solo articolo, recante modifiche al decreto legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e all'articolo 635 del codice penale.

Cosa prevede il decreto: dalle multe al carcere

Nel dettaglio, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato - anche con sentenza non definitiva - per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela. La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro. Il disegno di legge, targato Fratelli d'Italia, inoltre, punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni anche chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali.

Lisei: lecita la disobbedienza civile

Nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge, il relatore Lisei evidenzia come "il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile" non debba essere "assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all'attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza": per il senatore di Fdi si tratta di "un non-principio che non può essere in alcun modo legittimato".

Vandali: sci nautico nel Canal Grande

Lisei elenca una serie di fatti verificatisi nell'ultimo anno, i quali dimostrerebbero che "l'obiettivo dissuasivo non sempre ottiene il risultato sperato": "basti pensare, ad esempio", prosegue il senatore, "a chi ha condotto il veicolo che guidava, un suv Maserati a noleggio, sulla scalinata di Trinità dei Monti, a chi ha percorso a bordo di uno scooter, sempre a noleggio, una parte del parco archeologico degli scavi di Pompei, a chi ha fatto scii nautico a Venezia nel Canal Grande, ai graffiti sulle mura del Colosseo, alla vernice su una facciata di Palazzo Madama e su altri immobili delle istituzioni pubbliche. Tali azioni - rimarca ancora Lisei - hanno una loro gravità e non possono essere etichettati come 'bravate': sono gravi in ambito sociale perché coloro che le hanno commesse o non le hanno considerate affatto un'anomalia comportamentale o le ha commesse sapendo che sono un'anomalia ma non se ne sono assolutamente curati".