Roma, 21 novembre – È emergenza librerie nella Capitale: molte chiuderanno dopo Natale. A lanciare l'allarme sono le associazioni di settore, segnalando una crisi aggravata dal Covid ma iniziata da tempo: già tra il 2007 e il 2017, stando ai dati dell'Aie (Associazione italiana editori), nella capitale è sparita metà delle librerie, passate da 414 a 191 (-53%). Quest'anno in pieno centro ha chiuso i battenti la Feltrinelli International nella Galleria Alberto Sordi, prima era toccato alla Pecora Elettrica a Centocelle, dopo il secondo incendio, ma anche ai Trapezisti a Monteverde, alla storica Libreria del Viaggiatore in via del Pellegrino, alla libreria “La Tana del libro” alla Garbatella e alla Libreria La Rinascita 2.0 a Villa Gordiani.
Milana: “Attaccati da più fronti”
“Siamo attaccati da più fronti”, spiega Ilaria Milana, presidente di Ali (Associazione librai Italiani) di Roma e co-proprietaria della Mondadori in via Piave. “Intanto le librerie hanno un equilibrio economico molto precario. Di un libro non possiamo definire noi il prezzo, lo fa l'editore, e su quel prezzo noi facciamo un margine del 30%. In quel 30% dobbiamo pagare tutto: affitto, luce, lavoro”. Ancora peggio va con i libri scolastici che vengono comprati dai librai con lo sconto del 15%, ma per legge sui libri scolastici si può fare il 15% di sconto. “Noi piccoli librai non possiamo fare lo sconto”, racconta Maurizio Zicoschi, ex proprietario della libreria “I Trapezisti” di Monteverde, che ha chiuso nell'inverno del 2021. “I ragazzi, che sono svegli, ce lo chiedevano e se non lo davamo compravano su Amazon o ai supermercati”, aggiunge. Anche per questo i Trapezisti lavorava essenzialmente con libri di editori indipendenti e con i libri in conto deposito, che altrimenti andrebbero comprati e rivenduti.
La sfida: andare contro l’algoritmo di Amazon
“Il Covid ci ha stroncato perché, per vendere autori non pubblicizzati, per noi le presentazioni erano essenziali”. Giorgia Sallusti, studiosa e traduttrice di letteratura orientale, è la proprietaria di Bookish, piccolissima libreria indipendente a Montesacro, che ha aperto nel 2014 realizzando un suo sogno. “Una libreria è un'impresa culturale – spiega –, ma anche se ci piace tanto l'aggettivo culturale, a fine mese i conti devono tornare. Amazon ed in genere le librerie online per noi sono invincibili, è Davide contro Golia, ma in questo caso la nostra fionda come librai è proprio quella di andare contro l'algoritmo, di sorprendere il lettore con autori che non avrebbero mai pensato di amare cui invece li facciamo appassionare”.
Lettori: solo il 40% degli italiani
Bookish resiste con collaborazioni con le associazioni del territorio, partecipa ad eventi locali. “Stare sul territorio è fondamentale anche dal punto di vista commerciale – continua Sallusti – perché creiamo dei clienti che tornano, il lettore si affeziona alla sua libreria”. Ma il vero problema sono le politiche sul libro, “in Italia solo il 40% delle persone legge almeno un libro all'anno, in Francia è il 90% – continua la libraia di Bookish –, è come se giocassi in un campionato con pochissimi tifosi”. Amazon, secondo Milana, si è preso il 50% del mercato: “Lo dicono i dati. E forse tutta una serie di vantaggi che abbiamo noi librai proprio per sopravvivere, tipo la carta docente e gli sconti per i libri scolastici, al negozio online andrebbero non dico tolti ma almeno limitati”. Dall'osservatorio dell'associazione Ali, la situazione è davvero difficile.
La crisi: chiusure dopo Natale
“So di colleghi che stanno aspettando solo di passare il Natale, quando si fanno i maggiori numeri di incasso, e dopo chiudere”, dice Milana. Nel 2020 è stata approvata dal Conte 2 una legge sui libri che limita le possibilità di fare sconti alle grandi catene e nelle librerie on line al 5% e contestualmente attiva azioni per promuovere la lettura come la Capitale Italiana del Libro. È Ivrea nel 2022, ma non è un'informazione di cui si ha molta contezza. Insomma c'è ancora molta strada da fare, anche se “dovremmo essere ottimisti – conclude Giorgia Sallusti – perché se il 60% degli italiani non legge neanche un libro l'anno, quello è un mercato vergine da conquistare”.