Roma, 6 gennaio 2022 – I lunghi effetti della pandemia travolgono molti comparti dell’economia territoriale, le perdite si contano anche nella Capitale dove il turismo messo in ginocchio dal Covid registra 350 hotel già chiusi in città con una stima di 8mila posti di lavoro a rischio. A due anni dall'inizio dell’emergenza sanitaria, Roma lancia un vero e proprio allarme economico e occupazionale e chiede aiuto al governo Draghi.
L'assessore competente, Alessandro Onorato, parla di “emergenza” e chiede “subito un consiglio comunale straordinario con i ministri del Turismo e del Lavoro, Garavaglia e Orlando” perché “Roma da sola non ce la può fare”.
E nel Campidoglio guidato da Roberto Gualtieri non è il solo ad esporsi: al grido d'allarme presto si uniscono la titolare del Lavoro, Claudia Pratelli e la presidente dell'Aula Svetlana Celli che annuncia la volontà di convocare al più presto l'Assemblea a tema.
Per Onorato “il Comune non può far fronte” da solo “a una crisi di tale portata. In gioco ci sono aziende che hanno fatto la storia della Capitale d'Italia e il destino di migliaia di famiglie”. La pandemia ha messo in ginocchio le aziende del turismo e dei servizi collegati in tutto il mondo ma a soffrire di più sono state le grandi città d'arte.
“Roma è quella che paga il prezzo più alto - rimarca l'assessore -. Il conto è ancora più salato se consideriamo le guide turistiche, i tour operator, le aziende dei grandi eventi, la ristorazione, i servizi al turismo, i taxi, gli Ncc, le aziende di pulizie, lavanderia e manutenzione. L'elenco delle aziende sull'orlo della chiusura è drammaticamente lungo. Il tessuto economico romano rischia di non superare la pandemia. C'è bisogno di un intervento straordinario del governo Draghi”.
La collega Pratelli cita le stime dall'ente bilaterale Turismo per i prossimi mesi e sottolinea il rischio di 8000 licenziamenti “a fronte della pesante crisi in atto. Alcuni tra i più grandi alberghi hanno aperto procedure di licenziamento collettivo e decine di altri di medie e piccole dimensioni si stanno già muovendo nella stessa direzione”.
Indispensabile un'azione "corale", che veda in campo tutte le Istituzioni a partire dal governo e con misure legate al sostegno all'occupazione. Federalberghi Roma si unisce al coro appoggiando “con forza” la richiesta di un consiglio comunale straordinario. Per il presidente dell'associazione, Giuseppe Roscioli, “la recente chiusura di alcuni grandi alberghi, che sta determinando la perdita del lavoro per circa 300 famiglie tra occupati diretti e indiretti, è solo la punta di un iceberg: il turismo romano è ormai in cortocircuito e sono migliaia i lavoratori a rischio. Da marzo 2020 sono chiusi 350 dei circa 1.280 hotel romani, ma a fronte della recrudescenza dei contagi e della sospensione degli aiuti governativi a lavoratori e imprese decine di altri sono ormai sul punto di interrompere l'attività. Roma è l'epicentro del cataclisma”.