Roma, 1 aprile 2022 – Dopo la sperimentazione del vaccino anti-Covid Sputnik – sospesa dopo lo scoppio della guerra con l’Ucraina – l’Istituto Spallanzani è finito al centro di una vicenda mediatica tinta di giallo. Tra gli ingredienti del mistero, la presenza a Roma di sei ricercatrici russe e le illazioni su presunte fughe di dati condita da accuse di presunto spionaggio internazionale. Una “spy story” senza fondamento, tuona l’assessore regionale Alessio D’Amato, sceso in campo per difendere medici e operatori dell’ospedale romano. “Ricostruzioni fantasiose di presunte 'spy story' tese solo ad alimentare i veleni”, dice D’Amato.
"È in corso, da giorni, una campagna di veleni, costruita ad arte e immessa nel circo mediatico, da chi non vuole bene all'Istituto Spallanzani e al Paese. L'Istituto Spallanzani ha sempre agito nell'interesse della scienza e della sicurezza dei nostri cittadini. Sin dall'inizio della pandemia, ha collaborato con tutti i principali partner internazionali: da Israele con la struttura del Maccabi, alla Emory University di Atlanta del professor Guido Silvestri, da Johannesburg a Città del Messico, al Gamaleya". Così l'assessore alla Sanità della Regione Lazio difende lo Spallanzani di Roma, che negli ultimi giorni è stato al centro di polemiche e attacchi per il rapporto di collaborazione, iniziato nell'arile del 2021 e ora interrotto, con l'Istituto Gamaleya di Mosca.
D’Amato: “Sullo Spallanzani campagna di veleni costruita ad arte”
Il personale dello Spallanzani, sentendosi al centro di un attacco mediatico, ha scritto una lettera aperta per respingere qualsiasi illazione. “I protagonisti del lavoro di questi due anni, che sono sempre gli stessi, sono passati dai più alti riconoscimenti al merito della Repubblica ad esser individuati come figure losche e potenziali spioni. Ma suvvia, ci vuole serietà e schiena dritta contro la calunnia che è un venticello sottile. Il lavoro prosegue nell'interesse della comunità", aggiunge l’assessore del Lazio.
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“Triste è un paese con scarsa memoria"
D’Amato ripercorre le tappe della lunga battaglia contro il Covid, che ha portato allo Spallanzani numerosi riconoscimenti. "Durante la pandemia lo Spallanzani è stato, ed è, un riferimento per la comunità scientifica e i professionisti sanitari. Un baluardo della tutela della salute”, sottolinea D’Amato.
E aggiunge: “All'Istituto Spallanzani è andato, nel giorno del ringraziamento, l'ambasciatore degli Stati Uniti che disse 'nessuno poteva fare il lavoro che avete fatto voi'. Il presidente Mattarella, assieme a migliaia di cittadini, quando è stato il suo turno, si è vaccinato all'Istituto Spallanzani. Quell'immagine cosi sobria rappresenta un esempio per tutti noi. Ora sono giorni che si tentano di gettare ombre e veleni. Difendo l'Istituto Spallanzani, le operatrici e gli operatori'
"Il Santo Padre mandò una lettera, di suo pugno, ringraziando gli operatori dell'Istituto Spallanzani per la loro generosità. Il ministro degli Esteri tedesco, assieme al nostro ministro degli Esteri, si recò all'Istituto Spallanzani per rendere omaggio agli operatori – osserva l'assessore alla Sanità del Lazio –. Sempre nel cortile dell'Istituto Spallanzani, la comunità ebraica di Roma decise di celebrare l'Hannukkah per ringraziare medici e operatori sanitari per l'impegno nella lotta alla pandemia".