Roma, 5 dicembre 2024 - La malattia misteriosa che in Congo avrebbe provocato “decine di morti” - secondo le notizie frammentarie che filtrano da quel Paese -, impensierisce i nostri esperti.
I timori degli scienziati
“Speriamo bene perché l’ultima volta dal Congo è arrivata l’Ebola”, la riflessione a caldo di Matteo Bassetti, primario di malattie infettive al San Martino di Genova. Che ricorda la recente epidemia di Mpox – il cosiddetto vaiolo delle scimmie – e definisce il Paese “un vaso di Pandora per i virus, i problemi batteriologici e parassitologici in generale”.
“Quadro clinico strano (anemia), non mi piace. Per carità nessun panico, ma attenzione. Nel mondo moderno i virus - come abbiamo visto - si spostano molto velocemente”, scrive su X Roberto Burioni.
Allacciandosi proprio a quest’ultima riflessione sulla mobilità, abbiamo chiesto all’epidemiologo Massimo Ciccozzi che cosa deve fare l’Italia, soprattutto ora, quando mancano meno di 20 giorni all’apertura del Giubileo.
"Di questa malattia non sappiamo niente”
Il problema numero uno per Ciccozzi è proprio la mancanza di informazioni.
Professore, cosa non sappiamo? “L’Oms dice che abbiamo a che fare con un qualcosa che ha provocato decessi, potrebbe trattarsi di un virus che non conosciamo, si parla di decine di morti. Non è Ebola, dobbiamo capire cos’è. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza. Il Congo dice di avere scoperto la malattia grazie ai sistemi di sorveglianza. Però io chiedo: se avete fatto questa sorveglianza, come mai non siete riusciti ad isolare il presunto virus e a impedire tutti questi morti? Vuol dire che quel sistema di sorveglianza non funziona. E neppure ci dicono quante sono le persone infettate”. Conclusione: “Non dobbiamo fare paura ma possiamo dire con certezza che questo quadro è il fallimento del principio di global health”.
Che cosa deve fare l’Italia (anche in vista del Giubileo)
Ora, ricorda Ciccozzi, “l’Oms ha mandato una squadra di specialisti in Congo per indagare. La speranza è che il presunto virus venga identificato e sia fatta la sequenza. Solo dopo questo passaggio noi sappiamo di ch cosa stiamo parlando. Con i sistemi di oggi, bastano anche 24 ore per arrivare al risultato”.
"Monitorare i voli in entrata dal Congo”
Ma cosa deve fare l’Italia, soprattutto ora che siamo alle porte del Giubileo? “Dobbiamo mettere su un monitoraggio nazionale epidemiologico. Tutte le volte che registriamo casi simil-influenzali, dobbiamo capire di cosa si tratti, anche con un tampone, per escludere che sia influenza o Covid. Aggiungo: per il Giubileo metterei la mascherina non dico obbligatoria ma caldamente consigliata sulla metro. Ed è anche molto importante monitorare tutti i voli in entrata dal Congo”.