Roma, 7 gennaio 2025 – È terminata – non senza polemiche – la commemorazione per la strage di Acca Larentia, che ricorda i giovani Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni: i primi due sono morti in un agguato da parte di alcuni militanti di estrema sinistra il 7 gennaio 1978, mentre l’ultimo è morto dopo gli scontri al sit in di protesta organizzato poche ore dopo.
“Viva la rivoluzione italiana, viva la resistenza. Mer...”, ha inveito un uomo, residente nel quartiere, contro coloro che avevano apposto una corona sulla targa in memoria di Recchioni. Identificato dalle forze dell’ordine, ha poi commentato: “Invece di arrestare i manifestanti per apologia al fascismo, che è anticostituzionale, fanno i controlli a chi si appella alla costituzione. Questa è l'Italia – ha dichiarato mentre le forze dell’ordine gli controllavano i documenti – Ci sono le croci celtiche, si inneggia al fascismo, c'è una lapide con su scritto 'I Camerati’”.
La ‘protesta’ ha avuto luogo davanti a diversi esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli. All’infuori di quello organizzata dal partito di Giorgia Meloni, hanno avuto luogo anche altri due eventi analoghi: una deposizione di corone da parte del comune di Roma – rappresentato dall’assessore Giulio Bugarini – e una commemorazione della Regione Lazio, alla presenza del presidente Francesco Rocca.
Nei piazzali dove sono apposte le targhe, anche i manifesti con la croce celtica e l'appuntamento delle 18 per il tradizionale ‘presente’.