Venerdì 2 Agosto 2024

Chef Rubio obbligato dal tribunale a cancellare i suoi post: “Incitamento all’odio antisemita”

Dopo l’aggressione, l’attacco agli “ebrei sionisti”. Il Tribunale civile di Roma ha accolto il ricorso dell’Unione delle Comunità ebraiche, obbligando Gabriele Rubini alla “rimozione” dei contenuti social

Chef Rubio

Chef Rubio

Roma, 30 luglio2024 – Il giudice obbliga Chef Rubio a cancellare suoi post su X e Telegram. A riferirlo è l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, citando l'ordinanza  del Tribunale Civile di Roma che ha accolto un ricorso con procedimento d’urgenza dell’UCEI, disponendo “in via cautelare la rimozione e il divieto di pubblicazione di messaggi diffusi sui social media da parte del signor Gabriele Rubini, alias Chef Rubio”, cuoco e personaggio tv.

In una nota dell’Unione si legge che “il Tribunale, in particolare, ha ritenuto in via di urgenza che i messaggi di recente diffusi sui canali social dal signor Rubini costituiscano 'dichiarazioni idonee a diffondere il pregiudizio antisemita, che ledono nel loro complesso la dignità e la reputazione della comunità ebraica e come tali sono diffamatorie”, risolvendosi in “incitamento all'odio ('hate speech'), in quanto diretti intenzionalmente a spingere all'intolleranza verso singoli, persone e gruppi offendendone la dignità, tanto da costituire un pericolo per la loro sicurezza”.

I post contro gli “ebrei sionisti” dopo l’aggressione

L’ordinanza fa riferimento a una serie di post pubblicati da Rubini, noto per le sue posizioni pro-Palestina, in seguito all’aggressione subita a Roma lo scorso maggio. In quell’occasione Chef Rubio accusava gli “ebrei sionisti”, definendoli “terroristi”. 

"Il ricorrente  – scrive nell’ordinanza il Tribunale di Roma –  ha tratto spunto dal deprecabile atto di violenza del quale è stato vittima per dichiarazioni idonee a diffondere il pregiudizio antisemita, che ledono nel loro complesso la dignità e la reputazione della comunità ebraica e come tali sono diffamatorie, circostanza che esclude in radice che possa essere invocata la scriminante del diritto di critica, come preteso da Gabriele Rubini”. 

L’ordinanza 

Il giudice impone a Rubio di rimuovere i post incriminati e “inibisce  l’ulteriore diffusione dei contenuti del medesimo tenore di quelli oggetto di rimozione”. Inoltre fissa una somma di 500 euro “per ogni giorno di ritardo nell’ottemperanza di questa ordinanza a decorrere dal giorno successivo alla comunicazione del presente provvedimento e per ogni  per ogni “violazione dell’inibitoria di cui al punto precedente successiva alla comunicazione del presente provvedimento”. Lo Chef è inoltre condannato alle spese processuali  (5150,00 euro)

Per le Comunità Ebraiche l’ordinanza è “una importante riaffermazione dei principi di civile convivenza, e del rispetto della dignità altrui, tanto più rilevante nel quadro di intolleranza e di dilagante antisemitismo, di cui drammaticamente, ogni giorno, si ha conferma. La giurisdizione e lo Stato di diritto devono continuare a essere i punti di riferimento per il presidio di quei principi”.