Martedì 16 Luglio 2024

Scoperta la centrale di riciclaggio della mafia: arrestato anche il figlio del boss della Magliana

Due organizzazioni ripulivano il denaro sporco per conto dei clan di camorra e ‘ndrangheta. Investimenti in tutta Italia: sequestrati 131 milioni di euro. Tra le 18 le custodie cautelari, anche il primogenito del camorrista Senese ed esponenti dell’estrema destra romana. Indagata Lady Petrolio

Mafia, maxi operazione della Dia a Roma: 18 arresti e 57 indagati, sequestri per 131 milioni di euro

Mafia, maxi operazione della Dia a Roma: 18 arresti e 57 indagati, sequestri per 131 milioni di euro

Roma, 9 luglio 2024 – Scoperta a Roma una centrale di riciclaggio del denaro sporco idei clan della camorra e le cosche della 'ndrangheta. Un vasto giro d’affari ramificato in tutta Italia: 18 arresti, 57 indagati e oltre 131 milioni di euro sono stati sequestrati a Roma.

Due ‘figli d’arte’ tra gli arresti del blitz antimafia di Roma: Antonio Nicoletti – figlio dell'ex esponente storico della banda della Magliana, Enrico Nicoletti (morto nel dicembre 2020) – e Vincenzo Senese, primogenito del boss Michele, detto ‘o pazz’, capo della camorra a Roma.

Custodia cautelare anche per il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli.

Esponenti dell'estrema destra romana sono finiti nell’inchiesta della Dda: arrestati anche Roberto Macori – che sembra ripulisse i soldi dei Senese attraverso il business degli idrocarburi. In manette anche Salvatore D'Amico. Indagata per riciclaggio anche Lady Petrolio, alias di Domitilla Strina, come riportato da Repubblica.

Maxi operazione a Roma

È in corso dalle prime luci dell’alba una maxi operazione antimafia nella Capitale, 500 operatori della sicurezza stanno passando al setaccio la città.

L’indagine, iniziata nel 2018, è vasta: gli inquirenti sono arrivati sulle tracce di una vera e propria centrale di riciclaggio, operante a Roma e con interessi in tutto il territorio nazionale. A capo dell’organizzazione, due organizzazioni criminali mafiose che hanno fatto affari milionari. Il gruppo aveva disponibilità anche di armi da guerra.

Le 18 persone destinatarie dei provvedimenti disposti con un'ordinanza dal gip capitolino sono ritenute gravemente indiziate di far parte di due associazioni mafiose, radicate nella Capitale e dedite al racket di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti in attività economiche. Tutti reati aggravati dall'aver agevolato i clan di camorra Mazzarella-D'amico, le cosche della 'ndrangheta Mancuso e Mazzaferro e il clan Senese