Roma, 18 gennaio 2024 - Caso Orlandi: “Vogliamo la verità”. È l’appello lanciato nuovamente dal fratello di Emanuela Orlandi durante il sit-in di oggi a Roma. Presente al presidio in piazza Cavour anche la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, che alla testa del sit-in ha incalzato: “Ci diano le agende di Ciampi”. Tra le pagine scritte dal già presidente della Repubblica potrebbero esserci dettagli utili per ricostruire le relazioni tra Chiesa e Stato di quegli anni: durante la sua presidenza fu infatti liberato l’enigmatico Alì Agcà.
La manifestazione viene organizzata ogni anno da Pietro Orlandi per tenere viva la memoria di Emanuela, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il 14 gennaio avrebbe compiuto 57 anni.
Tra la folla c’erano striscioni con scritto “Papa Francesco cosa significa 'Emanuela sta in cielo?”. E ancora “Chi ha paura di Emanuela Orlandi?”. Intanto continuano le segnalazioni pista di Londra - che sarebbe avvalorata dal racconto di un uomo sul viaggio in aereo della ragazza e da un presunto documento del Vaticano sulle spese sostenute - e sui rapporti Stato-Chiesa degli anni Ottanta.
L’appello: “Verità per Emanuela”
“Nessuno Stato può calpestare il diritto dei giusti: la verità”, ha detto Pietro Orlandi alla folla radunata oggi in piazza Cavour. Il sit-in serve ancora una volta a chiedere verità e giustizia per Emanuela. In tanti ascoltano Pietro Orlandi mentre ripercorre il caso, sullo sfondo una foto della sorella e la scritta: “Verità per Emanuela”.
Sgro: “Negate le agende di Ciampi”
“A proposito delle tante segnalazioni che sto ricevendo anche sulla cosiddetta pista di Londra e sui rapporti Stato-Chiesa di quegli anni - spiega Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi - proprio in virtù di questo, ho fatto richiesta per avere le agende del presidente Azeglio Ciampi poiché ci era stato detto che il contenuto delle sue agende è ricco di dati molto dettagliati sulla sua presidenza. Ciampi annotava tutto, era molto metodico e durante la sua presidenza fu concessa la grazia ad Alì Agcà”. “Abbiamo chiesto alla presidenza della Repubblica di poter avere accesso alle agende - ha spiegato Sgrò - ma con grande dispiacere la Presidenza della Repubblica ce l'ha negato. Mi auguro che la richiesta la faccia la procura di Roma, il tempo è nemico della verità”.