Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE ROMA

Sgominata la banda degli spurghi: 13 arresti. Truffe milionarie nel Lazio e in tutta Italia

Gli operai di una ditta di pulizie fognarie ostruivano le tubature e demolivano pavimenti per allagare case e ristoranti. Poi arrivava il conto esorbitante: chi non pagava veniva minacciato. Vittime anche negli ambienti ecclesiastici

Roma, 27 novembre 2024 – Sgominata la ‘banda degli spurghi’, 13 le persone arrestate oggi: 11 sono finiti in carcere e due ai domiciliari. Con la scusa di spurgare le fognature, escogitavano dei trucchi per ostruire le tubazioni e inondare appartamenti e ristoranti di liquami. Poi chiedevano cifre spropositate per ripulire: se i malcapitati intuivano la truffa e non volevano pagare, iniziavano le minacce

Un giro di affari che fruttava a un’azienda romana un milione di euro l’anno, proventi che divideva tra i complici. Gli operai venivano ‘selezionati’ in base alle fedine penali sporche. Il ‘business’ è iniziato a Roma e nel Lazio, poi è stato esteso a tutta Italia. Tra le vittime, professionisti, anziani vulnerabili e anche appartenenti agli ambienti ecclesiastici.

Il sequestro 

Sequestrati quasi 100.000 euro in contanti, diamanti, Rolex, gioielli e un’auto di grossa cilindrata. È un affare milionario quello scoperto dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino, che ha dato avvio alle indagini a fronte di 30 denunce presentate dalle vittime dei raggiri. Ottenuti i primi profitti – si stima un milione di euro l’anno – la banda ha pianificato l'estensione e l'allargamento in altre importanti città di Italia. L'operazione è stata denominata dalla polizia ‘Pecunia non olet’.

Truffe milionarie

I notevoli profitti – si stima che la truffa abbia fruttato oltre un milione di euro l'anno – venivano ripartiti tra i consociati e la ditta di spurghi. Il piano truffaldino andata avanti per anni tra Roma e provincia e poi anche in altre città (fino alla raccolta di una trentina di querele) ai danni di una moltitudine di vittime tra cui ristoratori, medici, avvocati, appartenenti all'ambiente ecclesiastico, ma anche anziani, indifesi per età, lutti e impreparazione tecnica. Sono 21 episodi delittuosi accertati nella fase delle indagini.

Come avvenivano le truffe

Le indagini sono iniziate nel 2022, quando gli investigatori hanno scoperto l'esistenza di una nota ditta che pubblicizzava on line l'attività commerciale di spurghi utilizzando una squadra dedita ai primi interventi d'urgenza e di ripristino delle fognature. Ma, quando giungevano sul luogo dell'intervento, gli operai agivano con “uno schema sistematico e consolidato”.

Dopo aver richiesto il pagamento anticipato di 500 euro, gli opera ostruivano le tubazioni con ingegnosi stratagemmi e, in alcuni casi, attraverso una inutile ricerca del fantomatico tubo ostruito attraverso la demolizione del pavimento o della parete degli appartamenti. In realtà, non facevano altro che portare all’intasamento degli scarichi, così determinando una esorbitante fuoriuscita di liquame che inondava tutto l'ambiente circostante e in taluni casi gli interi appartamenti.

Il cliente di turno, catapultato in uno scenario surreale a causa delle escrezioni disseminate ovunque e dell'odore nauseabondo, si vedeva costretto ad accettare un intervento di urgenza, il cui prezzo veniva valutato secondo un fantasioso calcolo al metro lineare, che faceva schizzare il costo di una banale, nonché ordinaria, manutenzione dell'impianto fognario a migliaia di euro.

Minacce e violenze a chi non pagava

Se la vittima di turno intuiva il tentativo di truffa e si rifiutava di pagare, diventava vittima di minacce di rappresaglie e di violenza da parte degli operai che venivano reclutati dal promotore dell'organizzazione proprio in virtù del loro excursus criminale: tanto più la fedina penale era sporca, tanto più avrebbero avuto possibilità di essere reclutati nella banda.

“Attività spietata e pericolosa per la salute”

Gli accertamenti nelle banche dati Inps hanno “evidenziato la mancanza di qualsiasi dichiarazione relativa ad ulteriori, leciti, mezzi di sostentamento”. Pertanto “la sistematicità dei comportamenti delinquenziali, la sfrontatezza degli indagati, che non arretravano neanche davanti a persone anziane o comunque particolarmente vulnerabili, la spietatezza nel lasciare le vittime e le loro case in condizioni pietose, pericolose anche per la salute, ha determinato il giudice all'emissione dei provvedimenti cautelari”, fanno sapere dalla polizia.