Roma, 4 novembre 2022 - "Vittime Mai", si legge sullo striscione tenunto dagli studenti. E' questo lo slogan usato dal collettivo OSA (Organizzazione Studentesca Alternativa) del Liceo Classico Pilo Albertelli che stamattina ha convocato una conferenza stampa di fronte alla scuola per reagire alla storia delle presunte molestie di un professore nei confronti di una studentessa e forse più di una. La vicenda di 'Giulia' (nome di fantasia) è finita sui giornali nei giorni scorsi senza la sua autorizzazione, poi ieri ha parlato lei con la stampa e oggi assieme agli studenti la ragazza, ancora minorenne, ha deciso di esporsi e "denunciare politicamente» quello che le è successo.
Il racconto della ragazza della chat
"Verso le ultime settimane di scuola dell'anno scorso (giugno 2022 ndr.) - racconta - il mio prof di italiano ha iniziato a scrivermi prima su instagram poi su whatsapp con tono molto scherzoso e amichevole, con modalità molto confidenziali. È durato per circa una settimana". 'Giulia' era in terza liceo e ha iniziato a capire che non era l'unica a cui il docente aveva scritto. "Quando è successo, non ho fatto niente perché non mi ero resa conto della gravità della situazione, ma quando sono uscite sui giornali le mie chat, che non ho fatto uscire io, mi sono resa conto che questa cosa aveva toccato altre studentesse e che comunque il pericolo rimane perché lui continua ad insegnare, anche se non più qui", continua l'interessata.
"Mi sono resa conto che questa è una barbarie inaccettabile, una molestia psicologica, un abuso da un prof che ha usato la sua posizione di superiorità rispetto a noi e ha sfruttato una nostra situazione di assoggettamento". Il professore avrebbe chiesto alla ragazza di passare al tu, invitandola a uscire da sola e insistendo a tenersi in contatto anche dopo la fine della scuola: "Queste cose le scriveva anche ad altre ragazze, ho deciso di raccontarlo perché se si fosse trovato di fronte delle ragazze più deboli la cosa avrebbe potuto essere molto più pericolosa di quello che effettivamente è stata. Per fortuna nessuno qui gli ha dato spago".
"Giulia": non una vittima, la mia è una denuncia politica
Nella conferenza stampa la studentessa precisa che non vuole parlare troppo della sua situazione specifica perché, ribadisce, la sua vuole essere una denuncia politica. "Mi sono esposta perché voglio che la mia storia sia di esempio, ma non voglio stare qui a fare la vittima, io voglio fare una denuncia politica sul fatto che noi studenti vediamo la scuola peggiorare sempre di più, non la vediamo più come un luogo sicuro, come un ascensore sociale che aiuta ad emanciparci a trovare un posto nella vita e nella società. Al contrario ci sentiamo sempre più in una gabbia sempre meno compresi e ascoltati dai nostri professori, non siamo più sicuri nel frequentare il nostro ambiente scolastico, sia perché potrebbe esserci un prof con atteggiamenti non consoni, sia perché potremmo andare in alternanza e morire come è successo quest'anno a 3 ragazzi, oppure perché le scuole cadono sempre più a pezzi e il governo preferisce dare fondi alla guerra piuttosto che all'istruzione".
Il prof trasferito in un'altra scuola
Giulia non intende presentare una denuncia penale, nè crede che la dirigenza scolastica possa fare nulla, in quanto quest'anno il professore in questione è in un'altra scuola, ma pensa che con queste sue uscite pubbliche lui si sentirà spalle al muro e non oserà approcciare altre ragazze. Tommaso Marcon, rappresentante d'istituto e rappresentante di OSA intanto andrà a chiedere conto al preside. "Abbiamo appreso ieri da un articolo di un quotidiano che la dirigenza sapeva quanto stava accadendo e ci chiediamo perché non ci sia stato un confronto con i rappresentanti d'istituto e con degli studenti e dei genitori - dice - Andremo a chiedere conto di questa situazione e ci confronteremo per capire che risposta dare. Intanto stamattina noi abbiamo dato la nostra risposta". La vicenda è stata all'ordine del giorno nel Collegio docenti previsto oggi e indetto inizialmente per discutere della recente occupazione della scuola.