Roma, 9 ottobre 2022 – La comunità ebraica si è riunita al Tempio Maggiore di Roma, dove si è svolta la cerimonia di commemorazione dell’attentato alla sinagoga del 9 ottobre 1982. Sono passati 40 da quel terribile giorno, in cui perse la vita Stefano Gaj Taché, il bambino di due anni ucciso dai terroristi palestinesi l’attacco nella Capitale. Ed è proprio alla sua memoria che è stato donato il rotolo della Torah, il Sefer Torà, da parte delle scuole ebraiche. Il presidente Sergio Mattarella, che partecipa alla commemorazione, è stato accolto al tempio con un lungo applauso di tutta la comunità ebraica. "Mattarella è il presidente di tutti noi, con lui ci sentiamo meno soli", ha detto Ruth Dureghello, a capo della comunità ebraica di Roma.
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“Mattarella presidente di tutti noi”
A ricevere Mattarella sono stati la presidente della comunità ebraica romana, Ruth Dureghello e dal rabbino capo Riccardo Di Segni. Presenti anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il prefetto di Roma Matteo Piantedosi. "Un presidente della Repubblica che partecipa a una funzione religiosa ebraica così significativa e alta, forse il momento più importante della nostra liturgia, è il presidente di tutti noi. È a lui che ci ispiriamo quando facciamo le nostre scelte. Quindi ribadisco l'enorme gratitudine al presidente. Con lui ci sentiamo meno soli". Lo ha detto la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, intervenuta a margine della cerimonia in ricordo dell'attentato del 9 ottobre 1982 al Tempio Maggiore.
"Abbiamo solo voluto ricordare che siamo italiani a chi non c'era oggi e non c'è stato in questi 40 anni", ha aggiunto Dureghello ricordando le verità ancora da chiarire. La presidente ha poi aggiunto che il rapporto con le istituzioni italiane si è "rasserenato" quando Stefano, il bambino vittima dell'attentato, è stato inserito tra le vittime italiane del terrorismo. "In quel momento – ha concluso – Stefano è tornato ad essere una vittima innocente, quel bambino sacrificato in queste piazze proprio da chi non ne voleva riconoscere l'identità".
“Quaranta anni fa il terribile attentato alla Sinagoga di Roma, proprio nel giorno della benedizione dei bambini. Oggi, alla presenza del Capo dello Stato, abbiamo ricordato il piccolo Stefano Gaj Taché, ucciso a soli 2 anni. Roma, città di pace, continua a tenerne viva la memoria”. È il commento del sindaco Roberto Gualtieri, presente oggi alla sinagoga di Roma.
La comunità: "Pace e speranza per il futuro”
Non sarà un evento di lutto, come sempre accade, la comunità ebraica farà “fiorire” il ricordo con un evento di speranza per il futuro. "La cerimonia di introduzione di un nuovo rotolo della Torà, in virtù della sacralità dell’oggetto, rappresenta un’occasione di festa per la Comunità Ebraica”, spiegano i rappresentanti della comunità. “Lo svolgimento di questa cerimonia gioiosa in un anniversario così doloroso – continuano – vuole rappresentare una dichiarazione di vita, pace e speranza nel futuro”.
“Un segno opposto alla morte, alla guerra e al terrore che il 9 ottobre ricordiamo, e che è insito nell’atto stesso di introdurre un nuovo libro della Torà, emblema della vitalità e della continuità della vita ebraica", concludono dalla comunità ebraica.