Roma, 7 novembre 2022 – É giallo sulla morte di Alessia Sbal, la 42enne romana travolta e uccisa da un tir domenica scorsa sul Grande raccordo anulare. A gettare un’ombra di mistero sul caso sarebbe le ultime due telefonate di Alessia. Prima quella all’amica, con la voce spaventata: "Un camion mi sta tagliando la strada, ma che fa? Mi è venuto addosso, devo attaccare". E poi al 112 per chiedere aiuto. Una manciata di secondi sui quali gli inquirenti dovranno fare chiarezza, per capire cosa sia realmente accaduto quella sera sul Gra. La famiglia vuole cederci chiaro e lancia un appello alla ricerca di testimoni.
È stato convalidato l'arresto del camionista di 47 anni che domenica sera ha travolto e ucciso Alessia Sbal, 42enne di Ciampino, mentre quest'ultima si trovava nelle vicinanze della propria auto sul Grande Raccordo Anulare di Roma, all'altezza dello svincolo per Boccea. Nei confronti dell'uomo, la procura capitolina contesta il reato di omicidio stradale. Il gip, al termine dell'udienza di convalida, ha confermato la misura cautelare per l’uomo che quella sera era alla guida del tir.
Fermato il camionista
Gli agenti della polizia stradale hanno fermato il camionista, un uomo di 47 anni, accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Agli inquirenti avrebbe spiegato di non essersi accorto di niente. Si trova agli arresti domiciliari, oggi la convalida del fermo davanti al gip di piazzale Clodio.
Sono molti i punti su cui fare chiarezza: le telefonate al 112 e quelle terrorizzate fatte all'amica. Ed è proprio lei, l’amica, che sarebbe riuscita a consegnare la registrazione dell’ultima telefonata di Alessia alla famiglia.
Chi era Alessia
Aveva appena aperto un centro estetico nella zona di Monteverde, nella Capitale, Alessia Sbal, la 42enne travolta e uccisa domenica sera da un camion sul Gra. Alessia viveva a Roma, ma era molto conosciuta a Ciampino: grande amante dei cani, lavorava come estetista e onico tecnica. Aveva, infatti, aperto un salone di bellezza tutto suo in in via Duchessa di Galliera: un sogno che si è avverato dopo tanto tempo.
Cosa è successo
L'investimento è avvenuto tra le 20.30 e le 21, la sera di domenica 4 dicembre all’altezza del chilometro 2,600 in carreggiata interna, tra l’Aurelia e lo svincolo di via Boccea. Secondo una prima ricostruzione, Alessia sarebbe scesa dall'auto, una Fiat Panda, sulla corsia di emergenza, indossando il giubbotto catarifrangente, e qui sarebbe stata travolta da un tir che ha proseguito la sua folle corsa senza prestarle soccorso. L'impatto è stato violentissimo.
L'appello dei familiari
"Chi ha visto il camion inseguirla e speronarla?". È l'appello dei familiari riportato sulle pagine de La Repubblica: non credono all'ipotesi dell’incidente. Per questo stanno cercando testimoni. Non è chiaro per quale motivo Alessia avesse deciso di fermarsi sulla corsia di emergenza, forse un guasto alla sua auto? Stava chiedendo aiuto per qualche motivo? Forse il tir la stava inseguendo? Chiunque abbia informazioni può presentarsi di fronte agli agenti della Polizia Stradale di Settebagni, che stanno seguendo il caso.
Le richieste di aiuto al 112
Stando a quanto ricostruito dalla famiglia, Alessia temeva che un tir la stesse per investire. Lo aveva detto in telefonata ad un’amica e aveva chiamato il 112. "Mi sta tagliando la strada, ma che fa? Mi è venuto addosso, devo attaccare", avrebbe detto all'amica con cui stava al telefono, poco prima delle 20.40 di domenica scorsa. E non è stata l'unica persona che ha sentito telefonicamente quella sera: la 42enne avrebbe anche chiamato la centrale operativa dei carabinieri.
I dubbi della sorella Ilaria
"Mia sorella aveva paura e ha chiamato il 112 – ha dichiarato a La Repubblica la sorella della vittima, Ilaria – la prima chiamata dura 23 secondi, la seconda, in arrivo dal 112, un minuto. Alla terza, sempre in arrivo dal 112, Alessia non riesce a rispondere: vuol dire che ha parlato con qualcuno che le ha dato il consiglio di uscire dall'auto e ha messo il giubbetto. Mi chiedo il perché", dice la sorella di Alessia.
"Mia sorella non ha più un volto, voglio sapere cosa è successo: non so neanche se l'auto ha riportato danni – ha continuato la sorella –. Le telecamere si trovano distanti, una al chilometro prima e un'altra a quello successivo. E non sembrano esserci danni al guard rail".