Roma, 28 gennaio 2025 – Gianni Alemanno resta in carcere per scontare una condanna a 1 anno e 10 mesi per traffico di influenze illecite. Lo ha deciso il tribunale della Sorveglianza, dopo che l’ex sindaco di Roma ed ex ministro delle politiche agricole era stato arrestato la notte del 31 dicembre scorso per aver trasgredito nello svolgimento della pena alternativa.
L'ex primo cittadino della capitale doveva svolgere attività presso la struttura 'Solidarietà e Speranza', che si occupa di famiglie in difficoltà e soggetti vittime di violenze. Tuttavia, secondo l’accusa, si è reso colpevole di una "gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte", cosa che ha comportato la revoca in via definitiva dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Tra le violazioni ci sono l’aver prodotto giustificativi falsi per allontanarsi dal Lazio e non rincasare entro le 21. "Ho sbagliato, ma l'ho fatto perché amo la politica", aveva detto lo stesso Alemanno davanti ai giudici nell'udienza della scorsa settimana.
Le motivazioni della revoca
'Dalla breve dichiarazione resa all'udienza da Alemanno risulta una sostanziale ammissione 'di quanto accaduto', ossia delle condotte in ragione delle quali la misura è stata sospesa, e le dedotte motivazioni dell'interessato in ordine a 'quanto accaduto' (impegni politici e passione politica) non possono affatto giustificare una attività illecita così strutturata, capillare, ostinata'' sottolineano i giudici, che non gli ha riconosciuto nemmeno i 4 mesi di detrazione pena per il periodo già svolto ai servizi sociali prima delle contestazioni. Gianni Alemanno – scrivono – "ha tenuto comportamenti del tutto incompatibili a determinare una concreta, genuina ed effettiva adesione alle regole ordinamentali; l’attività prospettata quale risocializzante si è rivelato falsa e strumentale e sono stati strumentalizzati da parte dell'affidato gli spazi di apertura concessi; dunque, non si è affatto realizzata la finalità rieducativa cui la misura era preordinata".
Inoltre – si legge ancora nelle 23 pagine che motivano la revoca della messa in prova – "non vi è alcuno spazio valutativo favorevole per ammettere Alemanno alla misura meno afflittiva della detenzione domiciliare, invocata dalla difesa, non essendo formulabile un giudizio né di meritevolezza, né di affidabilità, né di cessata probabilità di commissione dei reati".
"Stupisce, al pari di un arresto la notte di Capodanno, che non sia stato considerato neppure il parere del procuratore generale che salvava il primo periodo di affidamento", afferma il suo difensore, l'avvocato Cesare Placanica, che ora valuterà se ricorrere in Cassazione.
L’indagine Mondo di Mezzo e il nuovo partito
La condanna per l’ex sindaco era arrivata nell'ambito di uno dei filoni nati dalla maxi indagine ‘Mondo di Mezzo’, in cui erano imputati anche Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Poco più di un anno fa, Alemanno ha lanciato il suo partito: Movimento Indipendenza.