Giovedì 21 Novembre 2024

Il problema del fumo in Italia

Sfumature

Sfumature

Vent’anni fa la legge Sirchia introduceva in Italia il divieto di fumo al chiuso: un cambio di passo importante, decisivo, teso a tutelare la salute dei non fumatori e a disincentivare i fumatori. Vent’anni attraversati da trasformazioni, evoluzioni, cambiamenti nel mondo e nella società, con tanti passi avanti in innovazione e tecnologia. Eppure, in questi anni, il numero dei fumatori è rimasto sostanzialmente stabile. La percentuale di fumatori è passata dal 26,6% del 2002 al 24,2% del 2022, ma poco è cambiato, in termini assoluti, se si tiene conto dell’aumento della popolazione totale (Fonte: Istituto Superiore di Sanità su rilevazione dati DOXA). Secondo i dati diffusi nel 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel nostro Paese, i fumatori sono 12,4 milioni, il 24,2% della popolazione. Significativo il numero di fumatori in Italia che inizia prima dei 18 anni, il 98% lo fa con le sigarette tradizionali, come raccontano i dati di una recente indagine Eurobarometro. Nell'ultimo anno i centri antifumo hanno ricevuto 8.500 chiamate, meno dell'1% dei fumatori, e solo il 9,6% di coloro che provano a smettere mantiene le buone intenzioni per più di sei mesi. Cambiare rotta quando si tratta di fumo è difficile, poiché è una delle abitudini più difficili da abbandonare.

Perchè Sfumature: un confronto sulle nuove risposte a un vecchio problema

La campagna di informazione Sfumature, avviata nel 2022, nasce proprio con l’obiettivo di stimolare un confronto e un dibattito ampio e libero da preclusioni sul tema del fumo, anche sull’esempio di quanto avviene in altri Paesi, a partire da una domanda: “Come risolvere un problema complesso come quello del fumo, accelerando il declino delle sigarette in Italia?”

Prevenzione e cessazione sono di certo le strategie fondamentali da adottare nella lotta al fumo e, considerati i dati citati sopra, è chiaro come ci sia ancora molto da fare. Inoltre, per i fumatori adulti che hanno già iniziato e che non smettono, si può considerare un terzo punto di vista, una terza strada: quella del principio di riduzione del danno. Esplorando approcci diversi si possono individuare risposte nuove per un vecchio problema, tuttora irrisolto. Considerando tutte le sfumature, e le nuove soluzioni e tecnologie disponibili oggi. E guardando ai risultati ottenuti in altri Paesi.

L’esempio degli altri Paesi

Se smettere del tutto con il tabacco e la nicotina per tanti fumatori in Italia non è al momento una strada percorribile, potrebbe essere un’opzione fornire loro alternative al binomio quit-or-die? I Paesi che oggi sono sulla buona strada per risolvere il problema del fumo sono quelli che, pur adottando approcci diversi, hanno integrato il principio di riduzione del danno, adottando soluzioni innovative e pragmatiche.

Qualche esempio:

Il Regno Unito è stato in prima linea nelle politiche basate sulla riduzione del danno e da tempo include i dispositivi senza combustione tra le soluzioni disponibili per chi non smette di fumare, al tempo stesso minimizzando il rischio di iniziazione per chi non ha mai fumato. Il risultato è una riduzione dei fumatori di sigarette molto superiore che nel territorio europeo, con un calo del 4% dal 2014 al 2020, rispetto al 2% registrato in Europa nello stesso periodo.

Anche la Nuova Zelanda, che ha adottato il principio della riduzione del danno, mostra come l’utilizzo di sigarette sia diminuito negli ultimi anni più rapidamente che nella vicina Australia, che ha invece puntato su politiche più restrittive.

Il Giappone ha visto un grande spostamento verso i prodotti a tabacco riscaldato, con un conseguente calo del 7% nel consumo di sigarette in pochi anni. E la Svezia ha raggiunto l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di ridurre la prevalenza al di sotto del 5% grazie al passaggio di una significativa percentuale di fumatori dalle sigarette alle bustine contenenti nicotina.

La necessità di non lasciare soli i fumatori

Di fronte al problema del fumo, appare necessario applicare un’inversione di tendenza per non lasciare soli i fumatori adulti che non riescono a smettere di fumare, e che, come rileva l’indagine Eurispes “I fumatori italiani: abitudini, opinioni e tendenze”, sentono in larga parte la necessità di avere maggiori e più complete informazioni anche su possibili alternative attraverso cui abbandonare le sigarette. Secondo tale indagine, realizzata in collaborazione con Philip Morris Italia e contenuta nel 34° Rapporto Italia pubblicato nel 2022 da Eurispes, l’86,8% degli intervistati nell’ambito dello studio è del parere che lo Stato dovrebbe permettere ai cittadini di essere informati dell’eventuale esistenza di prodotti meno dannosi, promuovendo – lo sostiene il 69,1% – delle campagne di informazione dedicate. La necessità, da parte dei cittadini, di un’informazione più completa e capillare, emerge anche da un’indagine condotta dal Censis, con il contributo di Philip Morris Italia, su circa 1.300 fumatori italiani dai 18 anni in su: dallo studio la conferma di quanto i consumatori vorrebbero saperne di più sui rischi per la salute dei prodotti da fumo, e da fonti istituzionali autorevoli come il Ministero della Salute o l'Oms.

Partecipare La soluzione migliore al problema del fumo rimane non cominciare affatto, o smettere del tutto il prima possibile, ma appare in ogni caso doveroso sostenere e dare risposte a quei fumatori adulti che non smettono comunque di fumare.

Chiunque fosse interessato a contribuire a risolvere il problema del fumo in Italia può aderire alla campagna Sfumature iscrivendosi alla newsletter per rimanere informato attraverso fatti, non opinioni, e partecipare alla discussione sui social media.