Roma, 10 ottobre 2023 – "Nel conflitto tra Israele e Palestina nessuno può essere ritenuto filo-Hamas se sostiene la Palestina. Non sono con Hamas ma sembrerebbe che assumere la posizione di difendere i civili palestinesi vi metta in una situazione difficile". L'attivista per i diritti umani Patrick Zaki, l'ex studente dell'Università di Bologna che ha trascorso 22 mesi in carcere in Egitto con l’accusa di aver diffuso false notizie atte a destabilizzare la sicurezza nazionale, replica alle critiche su una sua presunta affiliazione ideologica al gruppo armato Hamas.
Ma facciamo un passo indietro.
Tutto è iniziato con un post di Zaki su Twitter/X in cui denunciava: “Oggi le forze di occupazione israeliane hanno bombardato una delle chiese più antiche del mondo nella zona di Zaytoun a Gaza. La Chiesa di San Porphyrius ha più di 1.600 anni”. In un post precedente, il 7 ottobre, il ricercatore egiziano commentava così le parole del premier israeliano Netanyahu che esortava i civili ad andarsene da Gaza: "Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l'uccisione di civili”.
"La mia priorità? La vita dei civili”
In Italia, secondo Zaki, la vicinanza al popolo di Gaza "è problematica, soprattutto perché tutti i media internazionali sono pro-Israele e non parlano della grave crisi umanitaria che c'è nella Striscia. La mia priorità – continua il difensore per i diritti umani – sarà sempre la vita dei civili, condannerò sempre qualsiasi violenza contro i civili in tutto il mondo, e così facendo sarò sempre dalla parte dei deboli e contro il fascismo e l'occupazione".
Il ricercatore ribadisce: "Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese e del diritto del popolo palestinese a riconquistare le proprie abitazioni e terre, le quali nel corso della storia sono state violentemente depredate. Le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili, tra cui donne e bambini innocenti".
"L’Ue condanni le violenze da ambo le parti”
L’Unione Europea, conclude l'attivista, "deve usare i suoi principi sui diritti umani condannando la violenza da ambo le parti. Bisogna fermare questa guerra e salvare vite umane. Esprimo il mio pensiero e le mie preghiere per gli italiani coinvolti in questo conflitto, con la speranza che possano rimanere al sicuro e riabbracciare presto i loro cari”.
Gasparri: “Vergognose le parole di Zaki”
Ad entrare a gamba tesa nella polemica infuriata contro le recenti affermazioni del ricercatore egiziano è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che definisce le parole di Zaki: “vergognose”: "Patrick Zaki – spiega – per il quale l'Italia si è spesa molto affinché fosse garantita la sua libertà, ha definito, in un post, il capo del governo israeliano Netanyahu un 'serial killer'. Fermo restando che l'Italia fa bene a battersi per la libertà e la vita di tutti, compreso Zaki, come peraltro è avvenuto, resto allibito di fronte a queste parole.
Tenta di giustificarsi dicendo che sta con i palestinesi e non con Hamas, ci mancherebbe pure questo, ma il suo insulto nei confronti di Netanyahu offende tutto il popolo israeliano. E ha detto queste parole all'indomani di un'orrenda strage con circa mille cittadini in Israele uccisi dai terroristi palestinesi di Hamas”.
Le sue parole – dice – sono vergognose. Questo signore deve dimostrare la sua affidabilità democratica perché queste parole ci fanno sorgere seri dubbi. L'Italia è stata generosa con lui. Lui non è generoso con se stesso. Perché usa parole assurde e blatera in maniera offensiva. Questo Zaki deve ancora approfondire il tema dei diritti dei popoli. E definire un 'serial killer' chi difende la sua gente massacrata è davvero un'autentica vergogna”.