Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Voto su Rousseau, i risultati. Gli iscritti M5S: sì alle regionali

Con 19.248 (pari al 70,6%) vincono i no, contrari alla pausa elettorale. Di Maio: ci presentiamo e corriamo da soli. Salvini al veleno: leader sfiduciati

Luigi Di Maio e Davide Casaleggio (Ansa)

Roma, 21 novembre 2019 - Rousseau ha deciso: il Movimento 5 Stelle parteciperà con proprie liste alle prossime competizioni elettorali regionali in  Emilia Romagna e in Calabria. In una manciata di ore - dalle 12 alle 20 - gli iscritti al movimento hanno riscritto il futuro elettorale dei 5 stelle. Una risposta, quella del voto online, nettissima, che va contro la 'melina' messa in atto finora dal capo politico Luigi Di Maio.

Alla domanda "Vuoi che il MoVimento 5 Stelle osservi una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali evitando di partecipare alle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna e Calabria?", 8.025 iscritti hanno risposto sì (ovvero il 29,4%), 19.248 hanno risposto no (ovvero il 70,6%).  Non è stata proprio un'adesione massiccia: al "referendum" sul voto regionale sono state "espresse 27.273 preferenze su un totale di 125.018 aventi diritto al voto". Un dato che rappresenta meno del 22 per cento del totale dei possibili votanti.. La votazione, si legge sul blog delle stelle, è stata certificata da un notaio "che ne ha garantito la regolarità (i risultati saranno depositati presso due notai)".

Lo scenario politico cambia, anche a livello nazionale. Arrivando al ristorante romano per la cena con i ministri, il premier Giuseppe Conte, a chi gli chiedeva se ci saranno ripercussioni sul governo dopo il voto su Rousseau, ha risposto: "Assolutamente no".

Di Maio: mandato chiaro e fortissimo

E anche se per la prima volta nella storia del Movimento 5 Stelle la base degli attivisti ha sconfessato una decisione dei vertici, il capo politico Luigi Di Maio abbozza.. E commenta su Facebook: "Dobbiamo essere tutti felici del risultato della votazione di oggi. Era necessario fare questo voto perché in tanti, anche persone che hanno fatto la storia del MoVimento, mi hanno espresso i loro dubbi sulla partecipazione al voto in questo momento storico e c'erano tanti strani retroscena sui giornali. Per questo abbiamo deciso, anche con Beppe, di lasciare questa decisione a tutti gli iscritti, che ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni regionali con tutte le nostre forze. Ed è quello che faremo".

E il capo politico dei 5 stelle continua: "In Emilia Romagna e in Calabria ci presenteremo e i parlamentari e i consiglieri regionali mi hanno chiesto di correre da soli. Alcuni avevano espresso delle perplessità e anche contrarietà rispetto a votare sulla nostra piattaforma. Ma noi siamo il MoVimento 5 Stelle e questo è quello che facciamo quando dobbiamo prendere una decisione importante", aggiunge.

Salvini: Di Maio e Grillo sfiduciati

Immediata la reazione - al veleno - di Matteo Salvini: "I militanti 5Stelle hanno sfiduciato Di Maio e Grillo, e con loro il governo contro natura col PD. Le porte della Lega sono aperte a chi vuole davvero il cambiamento", dice il segretario della Lega.

Dello stesso tono il post su Facebook della leader di  Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Anche la piattaforma Rousseau boccia Di Maio. Il capo politico del M5S voleva evitare il disastro annunciato alle prossime elezioni regionali, la base grillina non gli ha concesso nemmeno quello. Ma per fortuna di Di Maio, i fallimenti non sono mai stati un problema nel magico mondo del M5S".

"M5s alternativo a destra e sinistra" 

Di Maio non risponde direttamente all'ex compagno di governo, ma ai cronisti davanti a Palazzo Chigi assicura che non si sente sfiduciato dal voto su Rousseau, nonostante lui avesse sostenuto l'ipotesi di non partecipare alle regionali in Emilia Romagna e Calabria. A chi gli chiede se il voto rappresenti una bocciatura della sua linea spiega: "Io personalmente ho chiesto agli iscritti che cosa si dovesse fare, perché c'erano diverse visioni all'interno del Movimento".  "Io personalmente - ha ammesso - ho detto che per fare gli stati generali a marzo serve un po' di tempo, e quindi non eravamo in grado di presentarci in Calabria e Emilia Romagna. Ma evidentemente gli iscritti non avevano questa urgenza, ci presentiamo alle regionali e si va avanti".

Il voto sulla piattaforma Rousseau conferma che M5s "è un'alternativa ai poli, la destra e la sinistra", aggiunge. E ancora: "Credo che dobbiamo essere tutti felici nel Movimento 5 stelle di questo risultato. Certifica che M5s non ha paura, il Movimento non si lascia intimidire, non si ferma. Il movimento va avanti".  

"Allo stesso tempo - aggiunge - ovviamente con i tempi che serviranno a questo punto, avremo modo di fare anche gli stati generali, di rinnovare il movimento. Ma è evidente che questa votazione ci lancia a testa bassa in una campagna elettorale per le regionali dell'Emilia Romagna e della Calabria, dove i nostri iscritti ma anche i parlamentari e i consiglieri regionali sono d'accordo che dobbiamo correre da soli".  Conclude Di Maio: "Questa sarà la nostra linea, andremo da soli: presenteremo un candidato in Emilia Romagna e in Calabria. Questo risultato ci ricorda anche che M5s è una terza via, un'alternativa ai due poli. Non può essere in questo momento nient'altro che un'alternativa alla destra e alla sinistra". 

Bonaccini: scelta tra me e la Bergonzoni

Di fronte alla scelta del M5s di correre da soli, Stefano Bonaccini, replica:  "I Cinque Stelle sono ovviamente liberi di scegliere cosa fare, ci mancherebbe, ma resto convinto sia un errore sottrarsi a un confronto su programmi e idee per l'Emilia-Romagna". Il governatore dem ricorda che sta lavorando "a un progetto condiviso da un centrosinistra largo e da tante esperienze civiche, alcune delle quali ci hanno persino battuto alle recenti amministrative". E aggiunge: "Mi sembra piuttosto chiaro che qui la scelta per chi governerà l'Emilia-Romagna sarà fra il sottoscritto e la Borgonzoni".

Intanto Bonaccini incassa il sostegno, annunciato, del leader di Azione Carlo Calenda: "La nostra condizione - spiega - era che non ci fosse un accordo con i 5 Stelle".