"La cura delle parole e l’attenzione per il linguaggio sono importanti (...). Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti". È a questo passaggio dello statuto del Movimento 5 Stelle, "la cura delle parole", che la vicepresidente grillina del Senato, Mariolina Castellone, fa riferimento in un post pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Instagram. La risposta della base? Una marea di insulti da decine di "pseudo-tifosi", come lei stessa li definisce. Volano gli stracci, insomma, all’interno del Movimento e il dibattito al vetriolo, dagli scontri tra il fondatore Beppe Grillpo e il leader ed ex premier Giuseppe Conte dei giorni scorsi, dilaga ora tra popolo ed eletti.
Un’implosione in piena regola, a giudicare dalle parole scritte nei commenti al post di Castellone e riportate dalla stessa senatrice: "Sei una misera 71 in gonnella... deficiente mangiapane a tradimento... stronza vai a lavare i piatti...sei una schifezza..." e a seguire argomentazioni ben più triviali e riferimenti sessuali.
Troppo, così la diretta interessata ieri ha reagito: "Ho deciso di querelare gli autori dei commenti più sessisti, volgari e violenti che mi sono stati rivolti in questi giorni. Lo faccio – prosegue la Castellone – per tutte quelle persone che subiscono questo odio sui social e non hanno modo di difendersi, nonché per rispetto alla mia dignità di donna, di mamma e di rappresentante del popolo italiano. Gli eventuali risarcimenti che mi saranno accordati - conclude la Vicepresidente del Senato - saranno interamente devoluti ad una casa rifugio per le donne vittime di violenza".
Ma da dove arriva quest’odio degli elettori a cinquestelle contro uno dei principali esponenti del Movimento? Castellone si era espressa nei giorni scorsi, sia sui suoi canali social che in varie interviste rilasciate, in merito alla diatriba in corso fra Conte e Grillo, prendendo parte per quest’ultimo e finendo dritta nel mirino dei sostenitori del primo. È un’istantanea perfetta dello squarcio che si è aperto nel fronte grillino dopo le elezioni europee e l’intenzione dell’ex premier di ridare spinta al movimento con una nuova Costituente. Al primo punto c’è la possibilità di aggiungere un terzo mandato ai rappresentanti politici, cosa alla quale i Cinquestelle sono storicamente contrari. Alla ventilata ipotesi di un’apertura in tal senso di Conte, Grillo si era detto contrario, ricordando come fosse questo uno dei pilastri al pari del nome e del simbolo, mentre il presidente aveva ricordato come non potesse essere il garante a decidere, ma gli iscritti.
Un’assemblea costituente è effettivamente in programma il 19 e 20 ottobre 2024, e dovrà discutere in un clima di sempre maggiore freddezza fra i "puristi", e "rinnovatori". Conte, il cui incarico terminerà fra un anno, grazie al cambio statutario del 2021, ottenuto con una lunga trattativa al termine della quale al garante venne riconosciuto un compenso per il lavoro di consulente dell’immagine, e al presidente maggiori poteri e un incarico di 4 anni, dopo il 9.9% alle elezioni politiche cercherà in quell’occasione di ricompattare la base. Il punto è che di basi ormai – come dimostra l’affaire Castellone – ce ne sono due. L’un contro l’altra armate.
Antonio Petrucci