Napoli, 10 gennaio 2025 – Si definisce un “cristiano assurdo”, citando papa Celestino V raccontato da Ignazio Silone ne L’avventura di un povero cristiano. Vincenzo De Luca, presidente della Campania, a 24 ore dalla decisione del Consiglio di ministri di impugnare la “sua” legge elettorale, non intende però fare come l’eremita abruzzese eletto che decise di abbandonare il soglio pontificio. Anzi, resta sulle barricate contro i nemici di ogni schieramento: “Pensare che Meloni, in questo quadro tormentato di guerre e tragedie, abbia voluto trovare il tempo per interessarsi della legge della Regione Campania è un motivo di orgoglio. Godere dell’attenzione di un presidente che ha familiarità con i potenti del mondo è un motivo di soddisfazione per un modesto artigiano della politica. La motivazione di tanta attenzione di Meloni è la paura degli elettori e, forse, anche di De Luca”.
Il governatore campano assicura che l’impugnativa davanti alla Consulta non cambia di una virgola la sua posizione e che è pronto a dare battaglia. Con una campagna tra la gente contro quella che definisce “l’insopportabile ipocrisia della politica politicante”. Ovvero di quel “circo equestre”, composto da parlamentari, ministri, sottosegretari e finanche inquilini di Palazzo Chigi e Quirinale, per il quale non esiste alcun limite di mandato. “Dicono che il presidente della Regione può rappresentare un potere monocratico. Idiozia, l’unico potere monocratico è quello del Papa e pure deve stare attento. Il presidente della Regione può essere sfiduciato e mandato a casa”. Seduto nell’affollata sala De Sanctis, alle spalle una frase di Papa Wojtyla: “Non abbiate paura“ (degli elettori), il presidente non ha dubbi: “Quella del governo è una decisione contra personam, Meloni ha paura di me”. E per spiegarlo cita le leggi elettorali di Veneto e Piemonte che in pratica, sulla falsariga di quella campana, hanno consentito il mandato-ter. “Zaia un terzo mandato lo sta praticamente finendo senza che nessuno gli abbia detto nulla. A luglio 2023 il Piemonte ha poi approvato una legge che prevede non solo il terzo, ma anche due mandati dopo l’approvazione della norma. Non è stata impugnata né la legge del Piemonte né quella del Veneto”. Poi attacca Stefano Bonaccini, ex presidente dell’Emilia- Romagna e oggi eurodeputato Pd: “Qualcuno mi ha fatto rilevare che Bonaccini sta parlando molto in questo periodo. Non si è ricandidato, dice, per un atto di generosità? Ma lì non si può candidare perché la loro legge, approvata da Errani nel 2014, è diversa e non poteva farlo”. Tutti a chiedersi come finirà. De Luca è laconico: “La Campania si muoverà in un contesto di legalità”. Ovvero: ci difenderemo davanti alla Suprema Corte chiedendo se esiste ancora una legge uguale per tutti. Ma il rischio che la Consulta bocci è alto, anche alla luce delle recenti sentenze. Nessuno crede che lo “sceriffo” resti in attesa degli eventi. Le carte che ha in mano sono due. La prima: dimissioni subito e votazioni in primavera con l’attuale legge. La seconda: rimettere mano alla legge elettorale escludendo l’elezione diretta del presidente. Al momento è fantapolitica. Il Pd nella sua corsa sarà contro. Igor Taruffi ha ribadito ieri quanto già detto dal commissario regionale Antonio Misiani: “Non ci possono essere terzi mandati per chi ricopre incarichi monocratici come presidente di Regione o sindaci di città italiane. Riteniamo che anche in Campania sia normale e fisiologico trovare un ricambio” e “andare oltre l’attuale presidente della Regione Campania”. Poi, più conciliante: “Ci auguriamo che tutte le personalità avvertano la necessità di fare una discussione insieme senza strappi”. Intanto Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente Anci, commenta: “L’Anci ha sempre avuto come posizione quella di non avere vincoli sui mandati. È chiaro che noi siamo in uno Stato di diritto e dobbiamo rispettare l’orientamento costituzionale, ma penso sia opportuno che la Corte costituzionale si esprima”. Da destra, invece, interviene (e stuzzica) il coordinatore campano di Forza Italia, Fulvio Martusciello, possibile candidato alla Regione: “La candidatura di Vincenzo De Luca è indiscutibilmente potente. Se sarà in campo, se la giocherà”.