Roma, 21 gennaio 2024 – Emanuele Fiano, ex deputato del Pd e fondatore di ’Sinistra per Israele’, che clima c’è in Italia a tre mesi e mezzo dal 7 ottobre?
"Un clima brutto. Richieste come quella della manifestazione di Vicenza, non volere un padiglione di Israele in una fiera, sono il segno che si sta andando oltre. Personalmente sono stato sempre contro i boicottaggi".
La reazione di Israele a Gaza dopo il pogrom di Hamas ha mobilitato per la causa palestinese molte anime della sinistra, con partecipazione mai vista per altri conflitti recenti.
"Nel mondo sono centinaia i conflitti, in questo millennio abbiamo avuto decine di migliaia di vittime civili e io penso che dobbiamo lavorare sempre per la pace e la salvaguardia dell’unica razza che conosco, quella umana. Usare due pesi e due misure scagliandosi unicamente contro Israele e negandogli l’accesso a un’esposizione internazionale non è accettabile. Un conto è criticare il governo di Israele, o della Russia, o dell’Italia: io sono fortissimamente critico nei confronti di Netanyahu, non ho mai condiviso l’ampliamento degli insediamenti in Cisgiordania e penso che la pace arriverà quando si riuscirà a restituire ai palestinesi i territori del ’67 e ad avere due Stati per due popoli, ma questa è politica. Voler cancellare il diritto di uno Stato a confrontarsi con gli altri è tutt’altro".
La Cgil tre mesi fa rinunciò a Lucca Comics per il patrocinio israeliano. E nei cortei in cui s’invoca una Palestina ‘dal fiume al mare’ sfilano anche sigle della sinistra.
"La mia posizione è sempre la stessa: chi, come Hamas, vuole una Palestina ’dal Giordano al Mediterraneo’, cioè eliminare lo Stato di Israele coi suoi abitanti, non fa parte del dibattito civile. Che sia di sinistra o di destra: Roberto Fiore (il leader di Forza Nuova, ndr ) ha appena dichiarato che per lui deve esistere un solo Stato palestinese. Occorre stare molto attenti alle ambiguità, ricordando che in quella terra si scontrano due diritti, non un diritto e un torto, ma l’antisionismo militante lo vedo in frange estreme della sinistra, non nel mio partito. Nel Pd non c’è nessuno che neghi il diritto di Israele a esistere".
Cosa ha pensato quando la segretaria Elly Schlein ha sottolineato l’importanza di non inviare armi a Israele per il rischio che siano usate per «crimini di guerra»?
"Non ho ben capito la sottolineatura: né l’Italia né l’Europa stanno inviando armi a Israele dal 7 ottobre. Mi auguro che il mio partito continui ad avere la posizione equilibrata che ha avuto dalle prime ore, quando Schlein, per prima, ha condannato il massacro di Hamas. E dopo, chiedendo il cessate il fuoco a scopi umanitari, date le migliaia di vittime civili a Gaza. È una situazione complessa, riguarda anche milizie come Hezbollah armata con 150mila missili dall’Iran nonostante nel Sud del Libano vi sia da anni una missione di pace. Tutto ciò che va nella direzione di chiedere la fine delle morti di civili, la liberazione degli ostaggi e il tentativo di ricostruire un percorso di pacificazione va bene".