Mercoledì 15 Gennaio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Elezioni regionali, fra Pd e M5s prove d’intesa. Ma il campo largo è a macchia di leopardo

Solo in Abruzzo e Sardegna trovato l’accordo per i candidati governatori. Veti incrociati in Piemonte, pesano gli screzi tra Appendino e il suo successore

Elly Schlein e Giuseppe Conte

Non largo, non stretto, ma a macchia di leopardo. È questo il perimetro del campo di alleanza del centrosinistra in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Da soli alle Europee, dove si vota col proporzionale, nelle segreterie locali dei partiti sono infatti iniziate le manovre in vista del rinnovo del governo delle Giunte di 5 regioni e quasi 4mila Comuni, tra cui 27 capoluoghi. E, se in Abruzzo e Sardegna Pd e 5 Stelle veleggiano verso campi allargati anche ai moderati, la situazione è molto più in salita in Umbria e soprattutto Piemonte; mentre sulla Basilicata il clima d’intesa sembra volgere al bello. Al Nazareno si lavora dichiaratamente "per raggiungere il maggior numero di alleanze in tutti i territori". Ma, anche se sabato Giuseppe Conte farà atto di presenza a fianco di Elly Schlein alla manifestazione convocata dal Pd in piazza del Popolo, chiudere gli accordi dappertutto è difficile, se non impossibile. Anche perché dipende dai gruppi dirigenti, gli equilibri e i potentati locali.

Due le regioni considerate "contendibili" dal centrosinistra: Abruzzo e Basilicata. E il "modello abruzzese" è senz’altro quello che suscita le maggior aspettative, dal momento che si è già formata l’alleanza tra Pd, 5 Stelle, Azione e sinistre sulla candidatura dell’economista ex rettore di Teramo Luciano D’Amico per sfidare il governatore meloniano Marco Marsilio. La possibilità, invece, di riprodurre la coalizione in Basilicata è ancora tutta in fieri. Il Pd in primis è ancora diviso: il nome che ricorre di più è quello del dirigente delle coop bianche Angelo Chiorazzo, ma si starebbe dando da fare anche l’ex governatore Marcello Pittella approdato in Azione. I 5 Stelle al momento non si sono espressi.

Una candidatura di Azione potrebbe in effetti rientrare in un quadro più complessivo. Al movimento di Giuseppe Conte, del resto, è andata la sfidante in Sardegna, Alessandra Todde. Sul nome dell’ex sottosegretaria e viceministra allo Sviluppo dei governi Conte 2 e Draghi è stata chiusa un’intesa esente da primarie all’insegna dell’interesse di colazione. Non che la cosa sia andata del tutto giù ad Azione, +Europa e i Progressisti di Massimo Zedda. Ma il tempo dovrebbe ammansire le riserve e consentire il varo del campo più largo dello stivale, visto che conterà una quindicina di sigle. Anche se la sfida al centrodestra, ancora non del tutto convinto della ricandidatura di Christian Solinas (Partito sardo d’azione), rimane in salita. "Nella regione dove neanche il centrodestra vuole confermare Solinas, abbiamo scelto l’unica candidatura non in grado di allargare il consenso che ci sarebbe", si lamentano al riguardo tra le minoranze dem.

Si è trattato di un prezzo dovuto dal Nazareno ai 5 Stelle per tenere aperto l’orizzonte del campo largo. Anche se il Pd non ha ottenuto il desiderato riscontro in Piemonte, dove l’alleanza è ad alto rischio per l’acrimonia tra la plenipoteziaria ex sindaca grillina Chiara Appendino e il sindaco in carica di Torino Stefano Lo Russo del Pd. I 5 Stelle ancora non hanno dato il via libera all’alleanza coi dem e invocano una candidatura civica. Il Pd auspicava invece la convergenza sul consigliere ragionale Davide Valle, molto vicino al sindaco e probabilmente perciò sgradito ad Appendino. In alternativa avrebbe dato la sua disponibilità (così come per la candidatura alle europee) la deputata cuneese Chiara Gribaudo. Stante la sfida in salita contro il governatore azzurro Alberto Cirio, che riscuote la simpatia anche del commissario di Azione Enrico Costa, è ancor più probabile che il perimetro del centrosinistra sarà frammentato.

Nell’ex Umbria rossa, infine, la situazione è ancor più ingarbugliata, con 5 Stelle, Sinistra e Verdi che hanno sospeso il tavolo di confronto col Pd sia sulle regionali che sulle comunali di Perugia e Foligno a causa dei rumors sulla disponibilità di alcuni sindaci dem a dare il via libera a un fedelissimo del pirotecnico sindaco di Terni Stefano Bandecchi per affidare a un suo fedelissimo la guida della società idrica in cambio della presidenza della provincia.