Vasco Rossi in concerto
Bologna, 20 settembre 2016 - Ci sarà anche chi dice no (sottinteso al referendum), ma non lo faccia con la musica e le parole di Vasco Rossi. Il cantante bolognese avverte i contrari al quesito referendario costituzionale usando la platea di Facebook: "Mi dissocio dalla facile strumentalizzazione a scopo politico, in questo periodo, della mia canzone 'C'è chi dice no'! La propaganda politica stia alla larga dalle mie canzoni".
Blasco - senza peraltro esprimersi nel merito del quesito - ha deciso così di prendere le distanze da chi utilizza la sua celebre 'hit' per promuovere il 'no' al referendum. Una presa di posizione netta, quella del 'komandante', che gli ha fruttato in una manciata di ore sul social network 32mila 'mi piace', migliaia di condivisioni e centinaia di commenti.
Il messaggio del cantante di Zocca non fa riferimenti precisi, ma sembra rivolto al leader leghista Matteo Salvini, visto che appena due giorni fa, sul palco di Pontida, risuonava la hit della famosa canzone di Vasco proprio in relazione al referendum. La circostanza non è sfuggita all'entourage del cantante, che si è precipitato a correre ai ripari. Del resto, non più tardi del 30 agosto, anche Fabio Rovazzi, autore del tormentone dell'estate 'Andiamo a copmandare', aveva preso le distanze dal leader leghista: sul suo profilo Facebook Rovazzi ha postato un video di Salvini in maglietta verde che ballava cantando 'Andiamo a governare'. Lapidario il commento: "Credevo di aver visto tutto nella vita ma... Mi sbagliavo".
Non è certo la prima volta che la musica viene sfruttata nelle campagne elettorali, e no sempre col permesso dei cantanti: basti pensare a Donald Trump, che negli ultimi mesi di corsa alla Casa Bianca ha collezionato gli 'stop' di moltissimi big della musica, dai Rolling stones ai Queen per finire con Adele e le eredi di Luciano Pavarotti.
Tornando a Vasco, ecco il live di un concerto del 2003: 'C'è chi dice no':