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Politica

Vaccini, Barillari (M5S): "Medici come Burioni legati a doppio filo a multinazionali"

Ma il Movimento prende le distanze e scarica il consigliere grillino del Lazio

Vaccini

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ROMA, 7 agosto 2018 - "Quando si è deciso che la scienza fosse più importante della politica? Chi l'ha deciso e perché ? A questo siamo arrivati. Visto che i politici sono tutti ignoranti, allora mettiamo medici e scienziati a scrivere le leggi, piuttosto che fargli perdere tempo a fare ricerche, ad analizzare dati e numeri, e ad occuparsi di curare i loro malati. Cosi finalmente avremo leggi che obbligheranno davvero 'il gregge' a trattamenti sanitari decisi dai medici".

Lo ha scritto su Facebook Davide Barillari, consigliere regionale M5s nel Lazio. Dal post si dissocia il M5S che, sul proprio blog scrive: "Il Movimento 5 Stelle prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. La linea del Movimento sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo votato dagli iscritti e portata avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo".

Davide Barillari, che da tempo si batte contro l'obbligo dei vaccini, scrive anche: "Gli scienziati dello stampo di Burioni (a più riprese minacciato dai no-vax per le sue posizioni a favore dei vaccini, ndr) cioè legati a doppio filo sia alle multinazionali del farmaco che ai partiti del passato bocciati alle urne dagli italiani, sono davvero convinti di detenere l'unica verità possibile, eterna ed inconfutabile e altresì davvero convinti che la politica si debba inchinare supinamente a loro".

La polemica arriva in una fase nella quale il dibattito si fa ancora più acceso dopo il  primo sì, da parte del Senato, al rinvio dell'obbligo vaccinale per la frequenza scolastica anche se, per il prossimo anno, i genitori dovranno comunque presentare la certificazione delle avvenute vaccinazioni obbligatorie.

Palazzo Madama, infatti, ha approvato il decreto Milleproroghe, in base al quale per il prossimo anno scolastico tutti i bambini, compresi quelli sprovvisti di documentazione sulla loro vaccinazione, potranno accedere alle scuole per l'infanzia e le sanzioni per chi viola l'obbligo slittano al 2019-2020. Tuttavia, in attesa che il decreto venga convertito definitivamente in legge con il passaggio alla Camera (previsto però non prima di settembre per la pausa estiva), le famiglie con la riapertura delle scuole dovranno ancora presentare l'autocertificazione.

Intanto si allarga il fronte delle Regioni pro-vax che, pronte ad un eventuale ricorso alla Consulta, chiedono venga mantenuto l'obbligo vaccinale per frequentare nidi e materne, annunciando norme regionali in questa direzione: oltre a Umbria, Campania e Calabria (in quest'ultima regione è già vigente una norma in tal senso), anche il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha affermato che se ci sarà un rinvio a livello nazionale delle disposizioni sull'obbligo, la Toscana procederà all'approvazione della sua legge regionale. Sulla stessa linea pure la Sardegna. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha invece dichiarato di essere "favorevole ai vaccini e penso - ha detto - che la gente si debba vaccinare, ma con il convincimento, non con la coercizione". Una posizione analoga anche per la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia