Lunedì 1 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Ustica 44 anni dopo. La sferzata di Mattarella: "Manca ancora la verità. I Paesi amici collaborino"

Il richiamo del presidente della Repubblica nell’anniversario della strage. Riferimento implicito alla Francia che non ha mai fornito i tracciati radar. "Ciò contrasta col bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica".

Ustica 44 anni dopo. La sferzata di Mattarella: "Manca ancora la verità. I Paesi amici collaborino"

Ustica 44 anni dopo. La sferzata di Mattarella: "Manca ancora la verità. I Paesi amici collaborino"

Su Ustica i Paesi amici collaborino, perché una piena verità ancora manca. Nel giorno del 44esimo anniversario della strage di Ustica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede alla Francia, senza nominarla, di "ricomporre pienamente quel che avvenne" nel 1980, quando morirono 81 persone a bordo del Dc9 Itavia in volo da Bologna a Palermo. E le parole del Quirinale arrivano dopo l’intervista rilasciata dall’ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma per lo speciale della Rai Ustica: una breccia nel muro: Parigi non ha mai fornito i tracciati radar della base aerea di Solenzara in Corsica, sostenendo che fossero spenti. Ma era una bugia inventata per cavarsela a causa del silenzio imposto dalla gerarchia militare.

MATTARELLA SU USTICA

"Nel cielo di Ustica, 44 anni or sono, si compì una strage di dimensioni immani. Rimasero uccise tutte le 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo. La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica", dice Mattarella. Per questo, aggiunge, "la Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne". Il Capo dello Stato manda anche la sua solidarietà ai familiari delle vittime, "che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie su quel tragico evento".

LE REAZIONI

E proprio Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage, chiama in causa gli alleati dell’Italia su quella notte di 44 anni fa: "Non sono mica nemici la Francia, l’America, l’Inghilterra, il Belgio, che quella notte erano in cielo. Che cosa ci facevano? Non riusciamo a farcelo dire". Secondo Bonfietti "la magistratura fa quello che può, fa le rogatorie. Mica può andare là con le armi a chiedere conto. Ci deve andare la politica, la diplomazia, a indurre comportamenti diversi". Interviene anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore: "Credo che le sue parole non siano affatto di circostanza. Non lo sono mai state, in particolare per le nostre stragi, ma in particolare quest’anno sono importanti, perché il capo dello Stato rappresenta la nazione e chiedere la collaborazione da parte di tutti gli Stati alleati credo sia importante per riaffermare il ruolo delle nostre istituzioni repubblicane".

LE ISTITUZIONI

Anche la seconda e terza carica dello Stato dicono la loro. Ignazio La Russa, presidente del Senato: "È doveroso continuare a lavorare affinché si raggiunga la piena verità. Lo dobbiamo ai familiari delle vittime". Lorenzo Fontana, presidente della Camera: "La strada della verità e della giustizia non dovrà mai essere abbandonata, attuando tutte le iniziative indispensabili a fare luce su quanto accaduto". Interviene anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia: "Troppi indizi ci portano a pensare che sui cieli d’Italia si consumò un atto di guerra tra una potenza occidentale e il regime libico, come qualche tempo fa rivelarono Giuliano Amato e l’ex presidente Francesco Cossiga. Chi sa parli, Francia e Usa collaborino".