Domenica 22 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Un ministero senza pace. Giuli caccia il capo gabinetto. Ma sul sostituto è polemica

Su Gilioli viene meno la fiducia per "fatti gravissimi" al dicastero della Cultura. Al suo posto Spano, area Pd, contestato dalle associazioni Pro Vita.

Alessandro Giuli, 49 anni, dal 6 settembre è ministro della Cultura al posto di Sangiuliano

Alessandro Giuli, 49 anni, dal 6 settembre è ministro della Cultura al posto di Sangiuliano

Non c’è pace al ministero della Cultura. Il neoministro Alessandro Giuli ha licenziato via pec il capo si gabinetto Francesco Gilioli, nei riguardi del quale sarebbe "venuta meno la fiducia" a seguito di "fatti gravissimi" scoperti dal ministro e confidati a un esponente della maggioranza. Ma genera polemiche anche l’idea di nominare Francesco Spano, segretario generale della fondazione Maxxi fin dai tempi della presidenza di Giovanna Melandri ereditato da Giuli, che ne ha apprezzato il lavoro. Protestano a gran voce le associazioni pro vita, che non sono prive di referenti nella maggioranza, per un caso di cronaca legato al finanziamento ad associazioni Lgbtq+ rispetto al quale l’interessato è uscito scagionato dalla Corte dei conti. E il ministro replica: "Spano è bravo, non importa cosa faccia nella vita privata. Non mi confronto con chi ha pregiudizi fondati su fanatismi religiosi".

Il siluramento di Gilioli, una carriera istituzionale alla segreteria della Commissione Affari costituzionali e da segretario della Vigilanza Rai, è l’ultima ricaduta al veleno del caso Boccia-Sangiuliano, che ha già provocato le dimissioni del ministro ed è ora al vaglio della magistratura. Il sospetto che proprio Gilioli sia stato la gola profonda della detestata trasmissione giornalistica Report. Sarebbe stato lui a fornire informazioni sia su Sangiuliano che sul successore Giuli. Secondo indiscrezioni non confermate, Gilioli sarebbe anche stato ascoltato nei giorni scorsi dai magistrati in merito alla consulenza poi saltata di Maria Rosaria Boccia, riguardo cui avrebbe declinato ogni responsabilità, benché nell’esposto dell’ex ministro sia più volte citato a suffragio della correttezza del suo operato.

Sta di fatto che il neoministro Giuli ha deciso di non potersi fidare e licenziato Giglioli con un messaggio di posta certificata. Una formalità gelida che dimostra il malumore del nuovo inquilino del Collegio romano, ma anche il primo, netto atto di discontinuità rispetto alla passata gestione. Come nuovo capo di gabinetto il ministro vuole portare dal Maxxi Francesco Spano, avvocato pisano, classe 1977, esperto di dialogo interculturale e interreligioso, allievo e collaboratore di Giuliano Amato, sicuramente estraneo al potere meloniano e semmai attiguo a quello piddino.

Contro la nomina tuonano le associazioni pro vita. Da direttore dell’Unar (Ufficio anti dicriminazioni razziali di Palazzo Chigi) nel 2017 Spano venne coinvolto nello scandalo per il finanziamento a un’associazione accusata di promiscuità sessuale e soprattutto prostituzione maschile alla quale risultava iscritto. L’interessato si dimise dopo un video delle Iene che accusava l’associazione. Spano rivendicò di aver "sempre agito nella correttezza" e che l’assegnazione dei fondi era frutto di una procedura "trasparente". La Corte dei conti gli diede ragione negando ogni illecito.