Mercoledì 24 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

La Ue bacchetta l’Italia. Dubbi su premierato e libertà di stampa: "Manca indipendenza"

Le raccomandazioni di Bruxelles, nel mirino anche lo stop all’abuso d’ufficio Il governo assicura: "Dialogo costante". Sullo sfondo le tensioni sulle nomine

Roma, 24 luglio 2024 – È una partita su più livelli quella che si gioca tra l’Italia di Giorgia Meloni e l’Europa a trazione Ppe di Ursula von der Leyen. La Commissione ha diramato l’annuale Rapporto sullo stato di diritto.

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Che a proposito dell’Italia non è esattamente benevolo in materia di libertà di stampa e aggressioni ai giornalisti, diffamazione, ingerenza e scarso sostegno nei riguardi dell’emittenza pubblica, abrogazione dell’abuso di ufficio, divieto di pubblicazione delle intercettazioni, attacchi della politica alla magistratura; nonché abuso della decretazione d’urgenza e riforma del premierato.

Un testo la cui uscita era in programma a inizio mese, ma che la presidente von der Leyen avrebbe congelato, nell’intento di favorire il consenso alla sua conferma da parte del partito della premier Meloni. Al tempo stesso, nelle votazioni a scrutinio segreto di mercoledì sulle presidenze e le vicepresidenze delle commissioni del Parlamento europeo, i popolari avrebbero favorito l’elezione di tre presidenze a esponenti del gruppo conservatore. Come dimostra anche il fatto che FdI ha ottenuto 6 vicepresidenze. A dimostrazione che su alcuni dossier decisivi – come agricoltura, difesa e migrazioni – il Ppe guarda a possibili convergenze col gruppo conservatore. Su questo sfondo si gioca per l’Italia la partita sulla nomina del commissario e le relative deleghe tra il ministro Raffaele Fitto e la numero uno dei servizi Elisabetta Belloni.

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Sono sei le raccomandazioni che l’Italia ha ricevuto dalla Commissione europea sul

  • rispetto dello stato di diritto e la libertà di stampa
  • impegno nella digitalizzazione per tribunali penali e procure;
  • adozione del ddl in sospeso sui conflitti di interessi e istituzione di un registro operativo per le lobby;
  • regolamentazione delle informazioni sui finanziamenti a partiti e le campagne elettorali;
  • tutela dei giornalisti e garanzie per l’indipendenza dei media;
  • creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu

Niente di particolarmente nuovo in realtà, in quanto si tratta in larga parte delle stesse avvertenze dello scorso anno, come rileva Palazzo Chigi nella nota in cui si compiace del monitoraggio annuale di Bruxelles. "Per quanto riguarda l’Italia in particolare – rilevano da Palazzo Chigi –, il rapporto contiene ampi riconoscimenti sull’efficacia del nostro sistema giudiziario, sui progressi ottenuti in termini di lotta alla corruzione e sul rispetto del pluralismo e della libertà dei mezzi d’informazione". Di tutt’altro ordine i commenti dell’opposizione, che evidenzia soprattutto la bocciatura delle riforme del ministro della giustizia Carlo Nordio sull’abolizione dell’abuso di ufficio e le criticità sulla riforma del premierato. Critiche che FdI liquida come "patetica strumentalizzazione".

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Al netto dei rilievi critici della Commissione, sono i tempi di pubblicazione del Report l’aspetto di maggior rilevanza politico. Nelle scorse settimane, infatti, alcuni media europei, come Politico , avevano rivelato che von der Leyen "seppellisce il rapporto che critica l’Italia mentre cerca il voto di Meloni". La decisione di rendere noto il rapporto – molto critico verso Ungheria e Slovacchia – ha perciò il sapore di un richiamo all’ordine intenzionale nei riguardi del governo italiano. Considerato già avvantaggiato dal rinvio ad agosto 2025 dell’entrata in vigore del Media Freedom Act, diretto a proteggere le redazioni da ingerenze politiche, proteggere i reporter dagli spyware e contrastare la concentrazione dei media.