Sabato 21 Dicembre 2024
FRANCESCO GHIDETTI
Politica

Dall’Ucraina agli Stati Uniti, l’analisi del politologo Orsina: "Partiti divisi in politica estera. Frattura più profonda a sinistra"

Pd e M5s su posizioni opposte negli aiuti a Kiev, mentre Salvini sfida Meloni con il sostegno a Trump. "Quello che conta sono le scelte concrete. La Lega presenta ambiguità, ma poi si allinea al governo"

Roma, 4 marzo 2024 – “Se mi chiede se ci sono differenze, “sentimenti“ diversi anche all’interno dei due schieramenti, rispondo di sì. In alcuni casi sono vere e proprie fratture, in altri distinzioni che si nutrono di ambiguità. Ma va fatto un discorso più ampio". E allora facciamolo. Protagonista uno degli studiosi italiani più noti: Giovanni Orsina, ordinario di storia contemporanea e direttore della School of Government della Luiss Guido Carli di Roma.

La leader del Pd Elly Schlein dice: aiutiamo l’Ucraina con soldi e armi, non con l’invio di truppe. Conte fa segno di no: nessun aiuto…

"E qui la frattura di cui parlavo prima è vera e seria. Non è un particolare di poco conto. Per semplificare: sulla questione ucraina ci si gioca la politica delle alleanze internazionali, dei rapporti con gli Stati Uniti. Un tema centrale per chiunque voglia governare...".

Professore, perché usa la parola “frattura“?

"Ma perché non sono solo opinioni diverse a livello teorico o retorico. Il voto di Pd e Cinquestelle è differente in Aula. I dem a favore, il Movimento contro gli aiuti. Si tratta di qualcosa di sostanziale, insomma, di concreto, di visibile".

Però anche il centrodestra…

"Sì, certo. Anche nella maggioranza ci sono posizioni diverse. Ma la divaricazione è andata meno in profondità".

Ma la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni va dal capo della Casa Bianca Joe Biden in un clima di forte amicizia…

"Perché ricopre un ruolo istituzionale ben preciso: lei siede a Palazzo Chigi".

E al contrario il segretario della Lega esalta Donald Trump, cioè il nemico numero uno di Biden, con tweet espliciti.

"Certo: ci sono ambiguità e un gioco delle parti. Ma facendo ben attenzione a non aprire fratture irrimediabili".

Ossia?

"Ossia la Lega ha votato disciplinatamente con il governo di cui fa parte. Voglio dire che ha dato parere favorevole agli aiuti all’Ucraina. Anche perché, se no, sarebbe caduto il governo...".

Insistiamo: Salvini non condan na esplicitamente Vladimir Putin.

"Se è per questo, anche su Navalny ha assunto una posizione estremamente ambigua. La distanza di Salvini e Meloni, sulla Russia, è ben evidente. È anche un fattore di posizionamento in vista delle elezioni europee. Però, ripeto, al dunque la Lega non può che votare con la maggioranza. Non è tutto, ma non è poco".

Alle Europee il centrodestra va in ordine sparso: FdI con i Conservatori e riformisti e l’aggiunta di Zemmour e Vox; la Lega coi sovranisti di Identità e democrazia; Forza Italia coi popo lari. Che rischi corrono?

"Per il momento, nessuno. Dopo il voto si vedrà, anche sulla base dei risultati".

Ci illumini.

"In Europa il gruppo di comando con ogni probabilità rimarrà lo stesso di ora: popolari, liberali, socialdemocratici. Però sarà assai meno forte. L’avanzata delle destre si sentirà eccome. Bisognerà capire se sarà così imponente da “attirare” i popolari sempre più verso destra. Da questo dipenderà anche la capacità dei popolari di tenere delle “linee rosse”, ossia di continuare a rifiutare i dialogo coi partiti più radicali. Quelli alleati della Lega, per capirci".

Schlein e il Pse: baci e abbracci, Bella Ciao, ma l’alleanza coi 5 Stelle non entusiasma i compagni europei e i socialisti del Nord Europa per la questione ucraina e la gestione dei flussi migratori.

"Sì, il problema c’è... Ma, anche in questo caso, occhio a non esagerare. In fondo, se il Pd e i pentastellati vincessero le elezioni, il Pse incasserebbe ben volentieri e non farebbe storie. In politica prevale il realismo".

Ma alla gente tutti questi problemi interessano?

"Quella che lei chiama “gente“, in genere, non si occupa di politica estera. Rispetto invece alle fratture interne ai due schieramenti, credo che ci sia una differenza fra l’elettorato di destra e quello di sinistra. A quello di destra i litigi interni alla coalizione proprio non piacciono. A sinistra invece le differenze sono più accettate. Per certi versi, perfino sollecitate".