Venerdì 29 Novembre 2024
RAFFAELE
Politica

Troppi cortei. La protesta è poco incisiva

Il sindacalismo italiano in crisi: scioperi generali alla fine dell'anno criticati per mancanza di efficacia e unità, rischio di politicizzazione e marginalizzazione. Necessità di un approccio responsabile e costruttivo per rinnovare il ruolo del sindacato.

Bonanni

Negli ultimi anni è diventata consuetudine per Cgil e Uil organizzare scioperi generali a fine anno, coincidenti con la definizione della legge di Bilancio. Tuttavia, questa pratica solleva criticità, soprattutto nei settori essenziali, dove l’Autorità garante per il diritto di sciopero cerca di minimizzare i disagi. Significativa è l’assenza della Cisl, che privilegia il dialogo con i governi, marcando una frattura profonda nel sindacalismo confederale. Un tempo unito e capace di mobilitare ampi consensi, il sindacalismo odierno appare frammentato e indebolito. Gli scioperi generali, privi di unità e inflazionati, hanno perso incisività, rischiando di essere percepiti come strumenti politicizzati. Questo contesto favorisce l’ascesa di forze populiste, che rifiutano il dialogo e la mediazione, relegando il sindacato a un ruolo marginale. Oggi, la perdita di coesione sindacale e il predominio di un bipolarismo populista ostacolano il contributo del sindacato alla coesione sociale e alla rappresentanza del lavoro. Le lamentele dei leader sindacali sulla mancanza di dialogo politico trascurano l’importanza di un approccio più responsabile e costruttivo. La collaborazione con forze populiste, inoltre, rischia di compromettere ulteriormente il ruolo democratico del sindacato. La ricostruzione del sindacalismo passa attraverso il pluralismo e la responsabilità, con politiche orientate a questioni cruciali come tecnologia, crisi energetica, istruzione e debito pubblico. L’adozione di un linguaggio populista e retorico non offre soluzioni, aggravando le difficoltà del mondo del lavoro e del Paese. Solo un sindacato rinnovato, unito e serio potrà tornare a esercitare il suo ruolo di contrappeso democratico e promotore di soluzioni efficaci per la società italiana. Questo è un tempo di grandi cambiamenti e ogni soggetto rappresentativo dovrà assumere comportamenti collaborativi con gli altri. Proclamare scioperi senza tentare strade alternative di dialogo, danneggia chi li promuove ed aiuta solo chi non ama il confronto. Insomma uno sciopero al giorno non toglie il medico di torno per i tanti malanni del lavoro italiano.