Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Trivelle, nuovo scontro M5S-Lega. Costa: "Non firmo". Garavaglia: "Decide il Parlamento"

Il ministro dell'Ambiente: "Mi sfiduciano? Torno a fare il generale dei Carabinieri". Alla fine Toninelli assicura: "Stanotte troviamo la soluzione"

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa (Imagoeconomica)

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa (Imagoeconomica)

Roma, 23 gennaio 2019 - Tornano a scontrarsi Movimento 5 Stelle e Lega sulle trivelle. Col ministro dell'Ambiente Costa che dice un no senz'appello, il sottosegretario Garavaglia (Lega) che replica "deciderà il Parlamento" e, in serata, il ministro dei Trasporti Toninelli che, dopo essersi schierato per il no, assicura: "Stanotte troviamo la soluzione". 

Morale, i due partiti della maggioranza di governo hanno deciso di rinviare a domani l'esame del decreto Semplificazioni nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato in attesa che si trovi una soluzione, dopo che oggi i lavori a Palazzo Madama si sono interrotti a causa dell'assenza di una intesa. Il tema riguarda le autorizzazioni: la Lega sarebbe anche favorevole a una sospensione di 18 mesi, stando a quanto viene riferito, ma pretende che l'aumento dei canoni sia compatibile con la tenuta della aziende coinvolte.

Il ministro Sergio Costa oggi è stato netto nel ribadire la sua contrarietà alle autorizzazioni. E senza mezze misure: "Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza", ha affermato intervenendo a un evento a Pescara. A Costa ha replicato il sottosegretario leghista all'Economia, Massimo Garavaglia. "Bisogna distinguere il piano: c'è un piano politico e un piano tecnico. Se il Parlamento politicamente prende una decisione, quale che sia, il ministro non può che prenderne atto", ha scandito l'esponente del partito di Matteo Salvini. "Lo stallo" sulle trivelle, ha aggiunto Garavaglia, "va risolto politicamente: deciderà il Parlamento. Noi l'attenzione che poniamo è a trovare una posizione equilibrata che eviti la chiusura di siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L'importante è non fare danni".

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Camera, Roberto Fico: "Dobbiamo investire nelle rinnovabili, nel futuro. Il passato e le tecnologie obsolete, lasciamoceli alle spalle", ha scritto l'esponente del M5s su Facebook. "Non si può pensare di vivere il presente e progettare il futuro restando ancorati a modelli del passato. Viviamo un'epoca di transizione energetica che può solo andare avanti e non ammette passi indietro. Un momento di evoluzione e trasformazione che riguarda l'energia e i modelli di sviluppo e che detta la strada da seguire, quella delle fonti rinnovabili, con l'abbandono progressivo delle fonti fossili. In questo quadro di rivoluzione economica ed energetica vanno sospese le ricerche di nuovi giacimenti di idrocarburi, a partire dalle trivellazioni in Italia", ha sottolineato Fico.

E in serata arriva anche il no del ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli: "Alle trivelle direi proprio di no. C'è una proroga, un blocco di 18 mesi, la Lega è d'accordo, si sta discutendo sulle nuove tariffe dei canoni. Penso che stanotte stessa troviamo una bella soluzione, come sempre si fa sintesi, accordo", ha detto a 'Stasera Italia' su Rete 4.