Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Trivelle, i verdi: "Via libera a 15 nuove perforazioni". Ministero: "Costa non firmerà"

Nell'elenco di Bonelli anche una di fronte al Parco del Delta del Po e una di fronte alle spiagge agrigentine. Di Maio: "Lo stop è una battaglia per la sovranità nazionale"

Il 'verde' Angelo Bonelli (Imagoeconomica)

Il 'verde' Angelo Bonelli (Imagoeconomica)

Roma, 25 gennaio 2019 - Nelle pieghe dell'accordo sulle trivelle - col ministro dell'Ambiente Sergio Costa che giusto ieri gongolava: "Intanto è No-Triv, poi si vedrà" - spunta in realtà un via libera a ben 15 nuove trivellazioni. A denunciarlo è il 'verde' Angelo Bonelli, che precisa: l'intesa "autorizzerà 15 nuove trivellazioni, tra cui una di fronte al Parco del Delta del Po all'interno delle 12 miglia e una nel canale di Sicilia di fronte alle spiagge agrigentine". Delle 15 nuove trivellazioni, aggiunge Bonelli, "4 sono in mare (3 mar adriatico e 1 canale di Sicilia ) e 11 sulla terraferma (3 nel Lazio, 4 Emilia Romagna, 1 Marche e 3 in Sicilia)". 

Per ora fonti del ministero dell'Ambiente si limitano a precisare che "Costa non firmerà nuove richieste", mentre il vicepremier Luigi Di Maio spiega su Facebook che "lo stop alle trivelle è una battaglia per la sovranità nazionale". 

LA DENUNCIA DEI VERDI - Ma com'è possibile che ci siano altre trivellazioni, visto che l'accordo tra Lega e 5 stelle prevedeva una sospensione di 18 mesi? Bonelli la spiega così: l'ok è reso possibile dalla "norma che fa salvi dalla sospensione di 18 mesi le istanze di concessione in essere alla data di entrata in vigore della legge e a queste se ne potranno aggiungere altre sino alla data di pubblicazione della legge in gazzetta ufficiale".

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IL DELTA DEL PO - L'esponente dei Verdi sostiene poi che le "concessioni a estrarre che verranno autorizzate sono principalmente di Eni, Agip, Edison e Total". Tra le istanze, dice sempre Bonelli, "c'è l'istanza di concessione relativa al permesso che porterà a estrarre idrocarburi di fronte al parco del Delta del Po e caso eccezionale all'interno delle 12 miglia marine attraverso un'interpretazione abnorme dell'articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012. Quella norma prevedeva una deroga al limite delle 12 miglia e faceva salvi i procedimenti autorizzatori e concessori in corso alla data del 29 giugno 2010".

LE SPIAGGE AGRIGENTINE - Altra istanza di concessione "molto discussa che si trasformerà in autorizzazione a estrarre - osserva ancora - è il permesso conosciuto come pozzo Vela 1 di fronte le belle spiagge dell'agrigentino di Eni-Edison. Salve anche le concessioni in scadenza, che verranno automaticamente rinnovate senza alcun controllo: in questo modo - dice Bonelli - tutte le concessioni della Basilicata continueranno a operare come quella della Val D'Agri che scadrà il 31 ottobre 2019. Continueranno a operare senza problemi le 116 coltivazioni ad estrarre che operano sulla terraferma su un totale di 8.000 chilometri quadrati e le 66 coltivazioni sui fondali marini su una superficie di 8.064 chilometri quadrati per un totale di oltre 140 piattaforme e 745 pozzi".

IL MINISTERO - Fonti del ministero dell'Ambiente dichiarano: "Non rispondiamo a Bonelli, ma ribadiamo per l'ennesima volta che qualsiasi nuova richiesta relativa a nuove trivellazioni dovesse giungere non sarà firmata dal ministro Sergio Costa".

DI MAIO - Intanto il vicepremier Luigi Di Maio, spiega che "lo stop alle trivelle è una battaglia per la sovranità nazionale". "Io alla mia terra ci tengo. Al mio mare ci tengo e non ho alcuna intenzione di svendere nulla ai petrolieri del resto del mondo", dice il ministro di Sviluppo economico e Lavoro in diretta Facebook. "Non ci avete votato per lasciare tutto così com'era ma per il cambiamento e un passo importante per il cambiamento è lo stop alle trivelle, che non vuol dire meno sviluppo ma sviluppo diverso", prosegue spiegando che "dove esistono le trivellazioni, come in Basilicata e Sicilia, non hanno portato benessere". Quanto ai posti di lavoro - aggiunge - secondo i dati del Cresme un miliardo investito in fonti fossili crea 500 posti di lavoro, se investito in rinnovabili ed efficientamento energetico crea fino a 13mila posti. Si investe dove si creano più posti di lavoro".