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Elisabetta Trenta con Luigi Di Maio (ImagoE)
Roma, 19 novembre 2019 - L’ex ministra della Difesa in quota 5 stelle, Elisabetta Trenta, non lascerà la casa nel quartiere romano di San Giovanni (centro storico, 180 metri quadrati più cantina e posto auto) occupata quando era ministro: "Ho una vita di relazione e di incontri - ha spiegato ieri - e ho bisogno di una casa più grande". Ma la questione, prima ancora che un fatto politico imbarazzante per il M5s, è diventata un caso giudiziario. La Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo a modello 45, senza indagati né ipotesi di reato, per capire la dinamica dell’assegnazione dell’appartamento di servizio, mantenuto dalla Trenta anche al termine del suo incarico ministeriale e dopo la riassegnazione dell’alloggio al marito, che è un maggiore dell’Esercito.
L'ex ministro Trenta lascia la maxi-casa: "Presentata rinuncia, traslocheremo"
![Il palazzo nel quartiere San Giovanni dove abita l'ex ministro Trenta (LaPresse)](https://www.quotidiano.net/image-service/version/c:MjU4YmFiZWQtY2MzZi00:N2FlNzc5/il-palazzo-nel-quartiere-san-giovanni-dove-abita-l-ex-ministro-trenta-lapresse.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Al momento, spiegano fonti della Procura Militare, si tratta di un’indagine conoscitiva. Il procuratore, Antonio Sabino, ha sottolineato che si tratta di un «atto dovuto». "Faremo tutti gli accertamenti del caso – ha spiegato il procuratore – per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo".
Ma la questione è un’altra grana che si affastella, tra le tante, sulle spalle di Luigi Di Maio. Che prima ha chiesto chiarimenti alla Trenta e poi le ha intimato di lasciare l’alloggio. Come ha fatto, in modo più ruvido, il blog grillino, che ha mandato on line una pagina contro la Trenta: "E’ inaccettabile quello che sta accadendo, la Trenta lasci la casa senza tante storie". Lei, invece, di storie ne sta facendo parecchie. "Ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla? Non è un privilegio. La pago (540 euro al mese, prezzo fuori mercato per la zona, ndr) e la pago pure abbastanza; un ministro nella sua attività ha necessità di parlare con le persone in maniera riservata e dunque ha bisogno di un posto sicuro". E grande, ha aggiunto.
Ieri matttina, il leader Di Maio è tornato sull’argomento in radio: "Questa cosa non è accettabile, ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci, questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi". La casa, per altro, è stata richiesta dall’ex ministra nonostante ne abbia una di sua proprietà a Roma. "Non ho chiesto subito l’alloggio pur avendone diritto - ha spiegato ancora - ma soltanto nell’aprile scorso. Ho resistito il più possibile nel mio". Che si trova al Pigneto, quartiere della capitale dove c’erano "problemi di controllo e sicurezza" perché in quella zona "si spaccia droga e la strada non ha vie d’uscita". Di certo, assicura, "questa storia mi porterà dei danni" e "rimarrò nel M5s", al quale ha chiesto di essere una dei prossimi 12 facilitatori. Semprechè non venga cacciata prima.