Giovedì 6 Febbraio 2025
ANTONIO TROISE
Politica

Totoministri, i papabili: Delrio al Lavoro, Economia a Mazzuccato

Governo Conte-bis tra previsioni, veti incrociati e illazioni. Orlando per l'Ambiente, Bonafede confermato. Resta il nodo vice premier

Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 29 agosto 2019 - La squadra di governo è appena abbozzata, ci saranno nomi che entreranno e usciranno dalla lista fino all’ultimo minuto. Molto dipenderà, però, dal primo tassello del Conte-bis, quello dei vice-premier. Il premier incaricato ha già fatto sapere che o saranno due o non ci saranno affatto. E, in questo caso, l’unica poltrona disponibile sarebbe quella del sottosegretario alla presidenza, concordato con il nuovo presidente del Consiglio ma di ispirazione Pd. L’ipotesi di un premier senza vice centrerebbe due obiettivi. Il primo, fortemente voluto dal Pd: marcare la discontinuità con il vecchio esecutivo giallo-verde. Il secondo: garantire a Conte maggiore agibilità politica, senza le ambiguità e le sovrapposizioni che avevano complicato il dialogo con Bruxelles. Tutto bene se non fosse che, almeno per ora, nel M5S si continua a chiedere la poltrona di vicepremier per Di Maio, al quale in ogni caso sarebbe assicurata la guida del ministero della Difesa. Non è escluso che, alla fine, possa prevalere a Palazzo Chigi un’ipotesi di compromesso: un vicepremier unico targato Pd, che potrebbe essere Dario Franceschini e un sottosegretario scelto da Conte ma fortemente gradito dai Cinquestelle.

Se i dicasteri del Conte-bis saranno 16, ai Cinquestelle spetteranno 9 caselle, le altre 7 saranno del Pd. Ma, ovviamente, non tutti i ministeri hanno lo stesso peso. E, quindi, fino all’ultimo, si cercherà l’assetto migliore in grado di rispettare le differenze di peso fra le due forze in campo. Nella partita del toto-ministri si fa sentire Grillo, che avverte Di Maio e Conte: i ministeri più ‘tecnici’ dovranno essere guidati da esperti della società civile mentre ai politici sarebbero riservati i posti di sottosegretario. Nicola Zingaretti, invece, avrebbe chiesto una maggiore presenza delle donne. Fra i nomi in lizza per il Pd ci sono quelli di Deborah Serracchiani (al ministero della Salute), Lia Quartapelle e della renziana Anna Ascani. Oltre, naturalmente, alla vice segretaria del Pd, Paola De Micheli, che potrebbe guidare il Ministero dello Sviluppo Economico, nel caso in cui Franceschini riuscisse ad ottenere i gradi di vicepremier. Potrebbe essere al femminile anche il ministero dell’Economia: crescono le quotazioni di Lucrezia Reichlin e di Marianna Mazzuccato. Anche se c’è chi sussurra di una riconferma di Tria. Più difficile la conquista da parte dei Dem del dicastero della Giustizia: il M5S avrebbe blindato la posizione di Alfonso Bonafede, l’attuale titolare. Andrea Orlando dovrebbe accontentarsi dell’Ambiente, al posto di Costa.

Da sciogliere anche il nodo del ministero del Welfare. Luigi Di Maio non ha ancora abbandonato del tutto l’idea di gestire in prima persona la partita del Reddito di Cittadinanza. Anche se, nello schema del Conte-bis, la poltrona del Lavoro dovrebbe andare a un esponente del Pd. In pole position, nelle ultime ore, ci sarebbe Graziano Delrio, che non ha alcuna intenzione di tornare a guidare le Infrastrutture. Un ministero che, a questo punto, potrebbe restare nelle mani dei pentastellati: l’attuale titolare, Danilo Toninelli, lascerebbe il posto a Stefano Patuanelli. Agli Interni si consolida l’idea di un tecnico: al primo posto c’è il nome di Franco Gabrielli. Ma fra le ipotesi possibili, anche quello del prefetto Mario Morcone, braccio destro del ministro Minniti nella gestione degli sbarchi. Agli Esteri, infine, crescono le quotazioni di Roberto Gualtieri, dal momento che l’ex premier, Paolo Gentiloni, potrebbe sbarcare a Bruxelles come commissario Europeo alla Concorrenza.