Roma, 14 settembre 2022 - Il governo Draghi non ci sta e presenta un emendamento per sopprimere l'articolo 41 bis del Decreto Aiuti bis sulla deroga al tetto degli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi, che non ha gradito la controversa misura introdotta dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato ieri sera. L'esecutivo - riferiscono le stesse fonti - chiederà di votare l'emendamento salvo che le forze politiche all'unanimità non decidano di approvare l'ordine del giorno che dispone la soppressione dell'articolo nel Decreto Aiuti Ter. Un emendamento riformulato prevede infatti un trattamento economico accessorio per le figure apicali di Polizia, Forze Armate e Pubblica amministrazione, anche in deroga al tetto di 240mila euro fissato per i manager pubblici.
Il Dl Aiuti bis è al momento all'esame della commissione Bilancio della Camera e domani è atteso in Aula a Montecitorio. Per effetto di questa modifica, una volta approvata, il provvedimento tornerà al Senato in terza lettura, per il via libera definitivo: il decreto va convertito in legge entro l'8 ottobre. A quanto si apprende da fonti parlamentari, dato per scontato il via libera viste le posizioni dei partiti, il provvedimento tornerà in Aula al Senato martedì 20 settembre in terza lettura per il varo definitivo. Alle 14.30 è convocata la conferenza dei capigruppo a seguire alle 15 sono previsti i lavori dell'Assemblea.
Mattarella
Anche il Capo dello Stato avrebbe giudicato inopportuna la norma che abroga il tetto agli stipendi. Il presidente Sergio Mattarella, si è appreso in ambienti parlamentari, avrebbe anche lui espresso - in una conversazione con il premier Mario Draghi - perplessità su una norma "inopportuna", soprattutto in un momento in cui gli italiani stanno faticando per la crisi energetica.
L'emendamento del governo che reintroduce il tetto agli stipendi dei manager pubblici sarà inserito nel dl aiuti bis, ora in seconda lettura alla Camera.