Roma, 20 febbraio 2024 – Pareggio in casa per la segretaria dem Elly Schlein sul terzo mandato per sindaci e governatori. Non c’è dubbio che il voto della direzione di ieri sarebbe sarebbe stato un autogol, e forse persino una sconfitta, per la maggioranza in carica. Affidando però a un gruppo di lavoro l’incarico di definire una proposta dei gruppi parlamentari, di fatto la leader del Pd manda in congelatore la divisa questione della terza proroga agli amministratori.
Conta infatti che a dirimerla sarà la premier alleata per caso Giorgia Meloni: da sempre contraria e che mercoledì, in occasione della chiusura della campagna elettorale in Sardegna, potrebbe ottenere da Matteo Salvini il ritiro dell’emendamento presentato al Senato al decreto sull’Election day (8 e 9 giugno europee e amministrative).
Tutti soddisfatti ieri al termine della direzione: gli amministratori che hanno dimostrato di poter far pesare le proprie ragioni e la segretaria che ha sminato il pericolo di voto. I sindaci in prima linea – da quello di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro a quello di Pesaro e presidente di Ali Matteo Ricci – plaudono al fatto che il partito abbia accolto le loro istanze. La questione sarà demandata a un gruppo di lavoro formato dal responsabili di enti locali e organizzazione Davide Barussi (minoranza) e Igor Taruffi (maggioranza), i capigruppo Francesco Boccia (Senato) e Chiara Braga (Camera) e alcuni sindaci di spicco come i sopra citati e quello di Firenze Dario Nardella. Uno dei primi cittadini in predicato per un eventuale terzo mandato, come lo sarebbe il presidente dell’Emilia Romagna e del Pd Stefano Bonaccini. Da leader della minoranza, il governatore dice di aver "apprezzato" il gruppo di lavoro proposto dalla segretaria, ribadendo che "se si estende il terzo mandato ai Comuni con 15mila abitanti, che sono il 90% del totale, non si capisce perché non farlo per gli altri Comuni e i presidenti di Regione".
Di avviso opposto il leader dei Dems ed ex ministro Andrea Orlando: "Stiamo attenti a non offrire argomenti che possono essere usati contro di noi", sostiene a proposito del rischio che di apparire contraddittori nel momento in cui si contesta la concentrazione di poteri nelle mani dei premier se poi si lasciano a sindaci e governatori.
Se gli amministratori incassano la dimostrazione di un peso specifico in grado di spaccare e persino ribaltare i numeri in direzione, una volta sventato il pericolo della conta, l’intento della segretaria è mandare su un binario morto la questione del terzo mandato. Inutile far finta che su questo non ci sian un gioco di sponda e reciproca comprensione con Meloni, che si è riflesso nel voto delle mozioni sulla guerra Medio Oriente. Schlein confida che Meloni otterrà il ritiro dell’emendamento della Lega. Rinviando la questione a dopo le Europee. Quando l’unico punto fermo potrebbe rimanere proprio il governatore veneto Luca Zaia, che potrebbe veder riconosciuto il consenso nella Regione anche se non da governatore.
Resta un post scriptum. Dopo le polemiche di neanche un mese fa in tema di fine vita, di cui continuano a discutere le Regioni, la smemoratezza o la reticenza della direzione Pd su una questione che investe quasi ogni famiglia italiana dice molto sull’ipertrofia del presente in cui sguazza la narcisistica autoreferenzialità delle classi dirigenti.