Il terremoto in Forza Italia alla fine si è concretizzato all’improvviso, a ora di cena. Con una firma in fondo alla lista delle nuove nomine ai vertici del partito, il Cavaliere ha dato corpo a un ribaltone nell’aria da tempo. Messi in minoranza Cattaneo e Ronzulli, da oggi il partito azzurro è affidato all’ala governista.
"Per dare pieno supporto al lavoro" che attende gli azzurri in vista delle elezioni europee, si legge nel comunicato, "con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale", il presidente Silvio Berlusconi ha provveduto a nominare sette nuovi coordinatori Regionali.
La senatrice Licia Ronzulli è confermata nell’incarico di capogruppo al Senato, ma perde il coordinamento della Lombardia. Al suo posto viene nominato il forzista Alessandro Sorte. E Paolo Barelli è il nuovo capogruppo alla Camera al posto di Alessandro Cattaneo.
La decisione è arrivata dopo settimane di chiacchiere di corridoio, con la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che su spinta di Marina Berlusconi sembra aver favorito la ripresa dell’ala più governativa del partito, dopo che 31 deputati su 44 avevano firmato un documento contro Cattaneo (nominato vicecoordinatore del partito), reo — secondo i racconti — di tenere troppo d’occhio gli onorevoli facendoli controllare se intrattenevano rapporti troppo stretti coi fedelissimi di Tajani.
Una situazione, dunque, incandescente, con Berlusconi sempre più distante dalla politica del day by day ma con l’approssimarsi – invece – di scelte politiche importanti per trovare una sistemazione al partito anche in vista della prossima legislatura. Insomma, Forza Italia era diventata da tempo una polveriera, con rapporti sempre più tesi, alcuni addirittura sfibrati fino alla rottura e altri che invece si vedevano crescere, siglando e sfociando in alleanze interne sempre più complicate da decriptare. Si sono visti, in questo tempo difficile, cadere dei big e ritornare in auge gli esclusi, con il risultato che, tuttavia, alla fine lo sfilacciamento generale restava la cifra reale del partito. Un fiume carsico che doveva ritrovare – almeno a detta degli uomini di governo azzurri – un equilibrio nuovo, pena la dissoluzione delle fila del partito con una sorta di "ufficializzazione" dell’impossibilità di ricomporre liti "importanti".
Fascina sembra aver avuto il ruolo chiave nella rivoluzione. Si è mossa, si sostiene da fonti interne, a nome della famiglia, prendendo in mano le redini e ridando spazio anche all’opera mediatrice nella coalizione di Gianni Letta. Insomma un lavoro di "fino" sfociato ieri sera nel nuovo organigramma.
Ecco i nomi degli altri nuovi coordinatori. Per la Basilicata, Maria Elisabetta Casellati; per l’Emilia-Romagna: Rosaria Tassinari; per il Molise: Claudio Lotito; per la Sicilia (dopo le dimissioni dello storico cordinatore Miccichè) Marcello Caruso; per la Toscana: Marco Stella; per il Veneto, l’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi."Ho ritenuto di nominare al fianco del ministro Anna Maria Bernini – scrive il Cavaliere – Alessandro Cattaneo quale vice coordinatore nazionale di Forza Italia con la delega alla organizzazione territoriale del partito. Indico poi quale nuovo capogruppo alla Camera Paolo Barelli e confermo quale capogruppo al Senato Licia Ronzulli. A tutti loro il mio più sentito ringraziamento e un cordiale augurio di buon lavoro". Tutto bene quel che finisce bene? Per qualcuno "adesso la ’guerra’ di riconquista è appena cominciata...".