Roma, 21 gennaio 2025 – Il nuovo quadro normativo, i casi applicativi, gli scenari di rischio, le politiche, le strategie e gli incentivi di riduzione del rischio catastrofale con particolare attenzione al rischio sisma e alluvione sono stati i temi affrontati durante l’incontro, svoltosi oggi al Senato (sala Isma - piazza Capranica, 72), su iniziativa del senatore Guido Quintino Liris dal titolo ‘Imprese, attività produttive e luoghi di lavoro alla prova dei rischi ambientali’.
In apertura dei lavori è stato diffuso un videomessaggio di Guido Castelli, commissario straordinario ricostruzione sisma Centro Italia 2016-2017: “Una riflessione utile e necessaria in un Paese in cui si contano i due terzi delle frane attive in tutta Europa e dove il rischio sismico interessa tre quinti del territorio nazionale. Proprio questa condizione di partenza impone di integrare gli interventi post evento di competenza pubblica, con una serie di strumenti di rango assicurativo che possano garantire ulteriormente le imprese e le famiglie nel tempo dei cambiamenti climatici. C'è molto da lavorare: nel 2023 appena il 25% del patrimonio danneggiato da eventi estremi era coperto da assicurazione . Ora il governo sta finalmente procedendo ad allestire un ecosistema all'interno del quale il mondo assicurativo possa rispondere a questa esigenza offrendo prodotti adeguati e a costi sostenibili. Ovviamente ciò non ci esime dall'obbligo di implementare sistemi di prevenzione che sono la precondizione per poter costruire un paese sicuro e meno vulnerabile”.
“Il territorio italiano è, per legge, interamente classificato come soggetto a rischio sismico più o meno elevato dal 23 ottobre 2005. Le azioni sismiche di progetto attualmente utilizzate per le analisi delle strutture, sia nuove che esistenti, sono entrate in vigore congiuntamente alle norme tecniche sulle costruzioni nel luglio 2009 - ha detto Stefano Curli, esperto di ingegneria e progettazione - Tutti gli edifici costruiti antecedentemente possono essere, in caso di sisma, esposti a rischio di danno più o meno grave. Tale rischio affligge in particolare gli edifici produttivi realizzati senza criteri sismici, come evidenziato gravemente dal sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012. L’individuazione del titolare dell’attività produttiva in qualità di responsabile della sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro (ex D. Lgs 81/2008), circa le azioni di prevenzione volte alla riduzione del rischio sismico, configura responsabilità complesse non sempre sostenibili. Un piano di investimenti di medio periodo che programmi un abbattimento dei vari fattori di rischio che il nostro territorio patisce, pensato ad esempio con la metodologia dell'iperammortamento e/o delle detrazioni fiscali, sarebbe sicuramente un importante traino per la crescita economica e ridurrebbe sensibilmente l'esposizione ai rischi presenti. È fondamentale accompagnare l'obbligo assicurativo con un piano strutturale di mitigazione del rischio”.
“Le tragedie non devono essere solo morte e distruzione, ma devono essere decisive per la costruzione di una letteratura di riferimento che affianchi la prevenzione alla ricostruzione. Un sistema preventivo su cui investire che sostituisca sempre più l'eccellenza raggiunta nella macchina reattiva, emergenziale, legata alle tecniche e alle normative conseguenti alla tragedia. Abbiamo ancora davanti agli occhi le drammatiche conseguenze dei sismi del 2009 e del 2016, che hanno duramente colpito le nostre comunità, mettendo in luce quanto i nostri territori e le nostre infrastrutture siano esposti ai rischi naturali. Quegli eventi hanno rafforzato la consapevolezza della necessità di un approccio strutturato e preventivo nella gestione del rischio catastrofale, non solo per proteggere le vite umane, ma anche per preservare il tessuto produttivo delle nostre imprese. Il Governo Meloni è impegnato proprio su questa nuova sfida: investimenti su norme, strumenti, tecniche e tecnologie decisive in ambito preventivo che conservino il magnifico patrimonio sociale ed economico di una terra tanto bella quanto fragile”, ha detto il senatore Liris.
Per il senatore Dario Damiani, componente commissione Bilancio di Palazzo Madama, “Il rischio ambientale, purtroppo, nel nostro Paese è ancora sottovalutato e, pertanto, al verificarsi di un evento nefasto ciò si traduce in danni ingentissimi. Vorrei partire da un dato, particolarmente significativo: da analisi statistiche su eventi paragonabili al tragico sisma de L’Aquila e dell’Abruzzo del 2009 e dell’Emilia Romagna nel 2012, valutati economicamente in termini di rapporto tra danni e investimenti per la prevenzione, si evince che ogni 100 euro spesi per riparare i danni sarebbe stato sufficiente investire 10 euro per interventi di riduzione del rischio sismico, al fine di abbattere drasticamente i costi economici e sociali. Conti alla mano, il sisma de L’Aquila e dell’Abruzzo del 2009 costerà complessivamente in termini di fondi pubblici circa 18-20 miliardi di euro, mentre il sisma dell'Emilia-Romagna del 2012 costerà circa 10-12 miliardi di euro. Impedire, quindi, che in futuro simili ingenti risorse vengano utilizzate in riparazione dei danni è una necessità impellente, se non un obbligo. È evidente, quindi, come sia indispensabile accelerare gli interventi di messa in sicurezza e riduzione del rischio del patrimonio immobiliare italiano anche mediante la rimodulazione di nuove forme di incentivo e di sostegno”.
“L’obbligo assicurativo contro le catastrofi naturali per le aziende è un’importante passo per la protezione del nostro sistema industriale ma da solo non basta. Le Compagnie sono uno strumento abilitante dal punto di vista della sostenibilità e un fondamentale strumento di mitigazione e trasferimento del rischio ma occorre uno sforzo da parte di tutti, Imprese, Assicuratori, Governo”, ha aggiunto Carlo De Simone, esperto assicurazioni.
Ai lavori hanno partecipato anche Giulio Veltri, capo Ufficio Legislativo MIMIT; Francesco D’Annibale, Università de L’Aquila; Stefano Tennina, Westaquila; Giovanni Rebecchi, Isaac antisismica.