Sabato 5 Ottobre 2024
CLAUDIA MARIN
Politica

Tensioni in maggioranza. Salvini duella con Tajani. E intitola Malpensa a Silvio Berlusconi

I due vicepremier ospiti della kermesse di Bruno Vespa in Puglia. Il leghista annuncia il via libera dell’Enac. Ma è scontro sulle alleanze Ue.

Tensioni in maggioranza. Salvini duella con Tajani. E intitola Malpensa a Silvio Berlusconi

Tensioni in maggioranza. Salvini duella con Tajani. E intitola Malpensa a Silvio Berlusconi

MANDURIA (Taranto)

Così vicini, così lontani. Antonio Tajani e Matteo Salvini si ritrovano al Forum in Masseria, la tradizionale convention organizzata da Bruno Vespa e Comin and Partners a Manduria in Puglia. Sorrisi e scambi di battute tra i due che si sfiorano all’incrocio di due panel, ciascuno protagonista rigorosamente distinto dall’altro in due differenti sessioni. Eppure, basta poco, in giorni di tensioni diffuse tra i due vice-premier, per passare dal fair play al duello ravvicinato.

Il nuovo gruppo europeo dei Patrioti tanto caro al leader leghista? "È ininfluente – taglia secco il ministro degli Esteri, esponente di rilievo del Ppe – perché nessuno vuole poi discutere con loro". Un affondo che non va giù al ministro delle Infrastrutture che, incalzato dal padrone di casa, ribatte netto: "L’amico Tajani dice che è ininfluente? Io aspetterei metà luglio per verificare chi è irrilevante e chi è rilevante". Per poi cogliere l’occasione, non a caso, per annunciare: "Una bella notizia: l’aeroporto di Milano Malpensa sarà intitolato a Silvio Berlusconi. Sono pronto a mettere l’ultima firma, con orgoglio e commozione, nel ricordo dell’amico Silvio". Una sottolineatura come a segnare il suo diverso rapporto con il fondatore e con l’attuale numero uno di Forza Italia. Battute, schermaglie, punture di spillo, tra una nota distensiva e un colpo sotto la cintola. Sorrisi e polemiche.

Il punto vero, però, è che dietro la dialettica si gioca una partita che riguarda l’Europa e i futuri passaggi, a cominciare dal voto del Parlamento europeo sulla nomina di Ursula von der Leyen, con ricadute non secondarie sulla coalizione di maggioranza in Italia. E così, nel giorno in cui gli spagnoli di Vox annunciano, con il plauso e il viatico della Lega, l’uscita dal gruppo dei Conservatori guidato da Giorgia Meloni, Tajani è pronto a mettere in fila una serie di tesi che vanno nella direzione opposta a quella intrapresa da Salvini. Promuove a pieni volti il neo-premier inglese: "Vince chi è più rassicurante, vince chi più tranquillo, vince chi è determinato, ma non spaventa il proprio elettorato. Il vincitore di queste elezioni è una sorta di Tony Blair del 2024-2025". Boccia la diplomazia unilaterale di Orban ("ci va da premier ungherese, non in nome dell’Europa") e insiste perché la premier incontri e voti la candidata del Ppe alla guida della Commissione. "Mi auguro che Giorgia Meloni lo faccia – incalza – al termine di una trattativa che riguarda lei e riguarda il voto di FdI. Noi la votiamo e l’ho detto a von der Leyen: il nostro voto è sicuro, ma nessuna apertura ai Verdi e nessun accordo politico".

L’affondo più significativo arriva, però, proprio sul gruppo dei Patrioti che sta mettendo insieme Orban, anche a scapito di Meloni, ma con il viatico del capo leghista. "Id – avvisa Tajani – si sta trasformando nel gruppo dei patrioti per l’Europa, adesso è entrata anche Vox, ma è un gruppo ininfluente perché nessuno vuole poi discutere con loro. Ancora non è neanche ufficialmente formato perché non c’è un numero di nazionalità sufficiente per fare un gruppo. In questo momento è solo un progetto politico".

Salvini, però, non è da meno. Da un lato fa dire ai suoi, anche in chiave anti-Meloni, che "cresce il fronte del cambiamento in Europa, determinato a dire no alla Von der Leyen e ai socialisti". Dall’altro, accetta la sfida del leader azzurro: "Ho letto che l’amico Tajani ha definito che il nuovo gruppo dei patrioti è ininfluente e irrilevante. Io aspetterei metà luglio per verificare chi è irrilevante e chi è rilevante". Una sfida in piena regola.