Sabato 23 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Tensione in Europa. Roma critica Berlino: "Blinda i suoi confini e manda qui i migranti"

Crosetto e Tajani attaccano Scholz: "Qual è la posizione tedesca?". Gasparri sul rilascio dei tunisini a Pozzallo: giudici nemici della sicurezza.

Tensione in Europa. Roma critica Berlino: "Blinda i suoi confini e manda qui i migranti"

Tensione in Europa. Roma critica Berlino: "Blinda i suoi confini e manda qui i migranti"

In due contro la Germania, sempre per la questione migranti. Il doppio affondo, ieri, in una manciata di ore, è arrivato dal vicepremier Antonio Tajani e dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Riprova che le tensioni tra il governo italiano e quello di Olaf Scholz sono tutt’altro che sopite. "Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale", ha ironizzato per primo Guido Crosetto commentando le dichiarazioni del cancelliere tedesco, il quale ha annunciato controlli aggiuntivi alla frontiera con l’Austria e altri congiunti con Svizzera e Repubblica Ceca sul loro versante.

Nei giorni scorsi i toni più duri erano stati usati dal vicesegretario della Lega Andrea Crippa e dallo stesso leader leghista Matteo Salvini, mentre la presidente del Consiglio aveva scritto al cancelliere per chiedere chiarimenti sulla notizia, confermata, dei finanziamenti alle Ong impegnate nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Ora, invece, si muove un’altra parte del governo, perché il tema dei migranti è stato al centro anche del Consiglio nazionale di Forza Italia, dove è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Il cancelliere tedesco dice quello che vuole. Quella è un’immigrazione secondaria, noi abbiamo un problema di immigrazione primaria. Abbiamo previsto una strategia. Dobbiamo guardare alla solidarietà europea. In Germania sono in campagna elettorale, però c’è un problema importante da risolvere, non è solo la campagna elettorale. Noi vorremmo capire qual è la posizione tedesca, non è chiaro quel che dicono. Valuteremo, vedremo, i migranti che vogliono andare in Germania non è che li devono mandare in Italia".

Insomma, tensione alle stelle che si intreccia, come rimarcato dagli esponenti del governo italiano, con il calendario elettorale in Germania, dove il prossimo 8 ottobre si vota per il rinnovo dei governi regionali in Assia e Baviera. Il voto regionale si svolge infatti in un contesto di generale sfiducia verso la politica, di cui si avvantaggia l’estrema destra populista di Alternativa per la Germania. E i migranti sono diventati tema centrale del dibattito, scelto dalla principale forza di opposizione, i conservatori della Cdu-Csu, per attaccare il governo del Cancelliere socialdemocratico Scholz e per cercare di fermare l’avanzata dell’Afd. Se infatti nel 2003 la Csu poteva ancora raccogliere il 60,7% dei suffragi, alle ultime elezioni nel 2018 era precipitata al 37,2%. I sondaggi per l’8 ottobre sono attorno al 36% e il primo ministro regionale Markus Soeder, riconfermato leader della Csu, ha attaccato più volte il cancelliere federale accusandolo di inazione sui migranti. La sua ricetta è un tetto massimo annuale di 200mila nuovi migranti. E il suo obiettivo è sbarrare la strada all’estrema destra dell’Afd.

Una campagna elettorale accesa, dunque, e alle ultime battute, che fa inevitabilmente lievitare la tensione con Roma dove resta aperta anche la querelle con Berlino riguardo le Ong. D’altra parte, dietro la battuta a Malta di Giorgia Meloni ("I tedeschi la dovrebbero smettere di fare solidarietà con i confini degli altri") si è infatti ribadita la diversità di posizioni con il Cancelliere Scholz. La premier a proposito dello stallo sul Patto europeo sui migranti, tiene il punto: "Ognuno si assumerà le sue responsabilità".

In ultimo ieri si è poi registrata anche una nuova polemica che ha coinvolto il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ha attaccato la magistratura dopo il caso di Pozzallo, dove tre migranti tunisini sono usciti dal centro per il rimpatrio su decisione del tribunale di Catania, che ha sollevato dubbi nei confronti delle recenti misure dell’esecutivo. "I magistrati che si oppongono alle norme del governo in materia di immigrazione sono nemici della sicurezza della nostra nazione – ha detto – sono un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico. Confermano l’uso politico della giustizia".