Roma, 9 agosto 2018 - Sul tema grandi opere continua lo scontro nel governo. Restano infatti su posizioni opposte le due anime dell'esecutivo giallo-verde, come dimostra quanto avvenuto oggi all'interno del ministero delle Infrastrutture e trasporti con un botta e risposta che coinvolge il capo del dicastero Danilo Toninelli (M5s) e il sottosegretario Armando Siri, in quota Lega.
"Mi sporco le mani da quando sono nato. Uso con i soldi pubblici del ministero la stessa attenzione che usavano i miei genitori per gestire le poche risorse familiari. Antonio Tajani e tutti gli altri che blaterano su Tav, si mettano l'anima in pace. La mangiatoia è finita!", scrive Toninelli su Twitter replicando alle parole di Antonio Tajani, che nelle vesti di vicepresidente di Forza Italia negli ultimi giorni ha attaccato il Movimento. ("Io sui cantieri della Tav ci sono andato, il ministro Toninelli invece non ha mai avuto la bontà di visitarli, inoltre ho sentito di signori sdraiati su un'amaca in Messico parlare di Tav - aveva detto il presidente del Parlamento europeo - Invece di fare i turisti, vadano a sporcarsi le scarpe sui cantieri e abbiano rispetto per i lavoratori").
Mi sporco le mani da quando sono nato. Uso con i soldi pubblici del @mitgov la stessa attenzione che usavano i miei genitori per gestire le poche risorse familiari. @Antonio_Tajani e tutti gli altri che blaterano su #Tav, si mettano l'anima in pace. La mangiatoia è finita!
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 9 agosto 2018
Ma di "mangiatoia" non vuole sentir parlare Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti in quota Lega. "I soldi pubblici non si devono sprecare, ma le grandi opere si possono fare e si debbono fare pretendendo che non ci siano sprechi. Non è che fare la grande opera significhi alimentare una mangiatoia", dice l'esponente del Carroccio. "Nel contratto di governo c'è scritto che avremmo ridiscusso l'opera verificando costi e benefici ed è quello che stiamo facendo. Questo non significa uno stop", aggiunge.
Le dichiarazioni di Toninelli fanno però insorgere anche il suo predecessore alla guida del ministero. "Si può essere d'accordo o meno sulla Tav ma, intanto, quelli che sono d'accordo non blaterano, espongono le proprie ragioni. Se si sceglie di non farla non ci si nasconda dietro presunte 'mangiatoie' che di certo Toninelli non ha trovato in eredità da me, e che se fossero vere vanno comunque denunciate in Procura e non in un tweet", dichiara Graziano Delrio, capogruppo dei deputati Pd.
E, in serata, arrivano le parole del vicepremier Luigi Di Maio, che già nei giorni scorsi aveva avanzato dubbi sull'opera. "Sono 30 anni che è stata progettata quest'opera, oltre 10 anni che si prova ad avanzare, si dà la colpa ai no tav ma la verità è che questa è un'opera in cui nessuno crede più. Il fatto che bisogna pagare delle penali è una balla", dice il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ospite a 'In Onda' su La7. Poi però torna a ribadire: "Con Salvini ci metteremo d'accordo, perché io e lui ci intendiamo al volo. Siamo due forze politiche diverse che si sono messe assieme su un programma di governo. Sono fiducioso che troveremo in un punto d'accordo anche su questo argomento". Di Maio sottolinea anche che sulla Tav, se ne sta discutendo "ai massimi livelli istituzionali. E comunque lo stesso ministro francese Le Maire, la scorsa settimana, ha detto 'capisco i dubbi di Di Maio'".