Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Tav, Salvini: "Si fa, le forze a favore hanno preso l'80-85% dei voti"

Lite a distanza tra Toninelli e il vice Rixi sul commissariamento delle opere prioritarie. E mentre Beppe sala stuzzica ("non hanno più alibi"), i No Tav promettono battaglia

Matteo Salvini al cantiere Tav di Chiomonte (Ansa)

Roma, 28 maggio 3019 - Il giorno dopo le elezioni europee, e forte della sua cavalcata vittoriosa, Matteo Salvini mette sul piatto le sue priorità, tra cui il piano da 30 miliardi per la flat tax e il nodo Tav, fortissimamente osteggiato dai 5 stelle usciti malconci dalle urne. Su quest'ultimo tema, lo scontro è già aperto e verte su un emendamento della Lega allo Sblocca cantieri che, secondo Toninelli, non può comprendere la Tav perché opera internazionale e per Rixie in parte sì.  In tutto ciò i No Tav della Valsusa escono allo scoperto e lanciano la carica: "E' il simbolo della resistenza alla Lega".

SALVINI - "Le forze a favore del Tav hanno preso l'80%-85% - dice il leader leghista in conferenza stampa al Viminale - Se fosse stato un referendum, l'esito mi pare chiaro". Poi precisa: "Penso che il progetto possa essere rivisto, rimodulato nel nome del risparmio e dell'impatto ambientale. E sono sicuro che dall'Ue si possano avere altri fondi. Ma poi ieri si è votato in regione Piemonte". Insomma, la Tav s'ha da fare. 

Quanto al possibile emendamento della Lega al Dl sblocca cantieri, per includere la Tav tra le opere prioritarie per le quali si può nominare un commissario, il leader del Carroccio sfuma: "Non so se c'è l'emendamento, l'ordine del giorno. Ci sarà sicuramente un impegno da parte del Parlamento. Nel contratto di Governo c'era la revisione integrale del progetto". Salvini si è anche detto "sicuro che dall'Europa potranno arrivare ancora più finanziamenti per le infrastrutture in Italia".

RIXI - Nel concreto, il viceministro leghista dei Trasporti, Edoardo Rixi (coinvolto nell’inchiesta per le “spese pazze” in Liguria e per questo al centro di un ulteriore scontro Lega-M5S) annuncia da subito azioni concrete: l'emendamento della Lega al dl Sblocca cantieri per il commissariamento delle opere prioritarie, tra cui la Tav, sarà trasformato in un ordine del giorno che verrà poi recepito in un Dpcm (un decreto del premier).  L'emendamento, ha spiegato Rixi, "impegnerà  il governo" a commissariare le grandi opere escludendo le tratte transfrontaliere che non possono essere commissariate. "Telt è una società di diritto francese e a meno che non si voglia dichiarare guerra alla Francia non si può commissariare quella società", ha aggiunto Rixi. L'ordine del giorno, ha proseguito, sarà recepito in un Dpcm del presidente del Consiglio".

TONINELLI - Ma a chi gli chiedeva se l'esito elettorale possa modificare la posizione del governo sulla Tav Danilo Toninelli, il ministro a 5 stelle delle Infrastrutture e dei Trasporti, al termine di un vertice di maggioranza in Senato sullo Sblocca cantieri, ostenta tranquillità: "Non cambia assolutamente nulla, i dossier che riguardano il mio ministero vengono gestiti oggi come venivano gestiti prima delle elezioni". 

Per Toninelli "il commissariamenti della Tav non è mai esistito" proprio per via della Telt. "Non si può commissariare un'opera internazionale, mi sembra scontato, perché commissarieremmo anche il nostro partner francese dell'opera". E insiste: "L'accordo internazionale riguarda tutta la lunghezza di 57,5 km, non puoi commissariare solo la parte italiana perché Telt è un soggetto internazionale fatto di italiani e di francesi. Noi però cerchiamo di commissariare quella parte di opere necessarie che non sono ovviamente quelle transfrontaliere".

IL SINDACO SALA - Dall'opposizione si fa vivo Beppe Sala, sindaco di Milano, che punzecchia: "Se vogliamo vederla positivamente, credo che queste elezioni facciano cadere un po' di alibi. Pensiamo alla Tav: se in questo momento non si fa, significa che andare a votare e dare fiducia a qualcuno non rende", commenta. E spiega: "Il vincitore è lui, è Salvini e non ci sono grandi dubbi. E quindi adesso toccherà a lui far vedere se è capace in una gestione anche più allargata".

I NO TAV ALL'ATTACCO - La reazione del movimento No Tav? Eccola: "Negli scorsi mesi abbiamo sorriso parecchio nel leggere chi accusava il movimento No Tav di essere diventato filogovernativo. Noi che di governi ne abbiamo visti passare tanti eravamo certi che i nodi sarebbero tutti venuti al pettine. A giudicare dalla dichiarazioni post voto, il Tav si annuncia già da ora come il principale terreno di scontro e di resistenza, anche contro l'avanzata di Salvini".