Torino, 24 luglio 2019 - Gli animi si surriscaldano, sulla Tav. Il giorno dopo le parole del premier Giuseppe Conte ("Non realizzarla costa molto più che completarla"), pietra tombale sulla lotta 'storica' dei 5 stelle, le reazioni sono molteplici. Da una parte la sindaca Chiara Appendino, che si limita a dichiararsi amareggiata e a sperare "che in Parlamento il Movimento sia coerente con la posizione che ha sempre tenuto", dall'altra il ministro dell'Interno Matteo Salvini, il vincitore della partita, che incalza gli alleati: "Chi rimane per il no è contro il buon senso. E con Conte non ci sono stati scambi". A chi gli ha chiesto se ritiene che il premier abbia aperto alla Tav per chiudere la finestra delle urne anticipate, assicura: "Non penso che ci sia lo scambio del mercato, la Tav è fondamentale come lo sono la pedemontana e altre infrastrutture. Mi auguro che nessuno dica questi sì per rimandare il voto, o far piacere a Salvini".
In mezzo ci sono gli agguerriti No-Tav della Val di Susa, che promettono (o minacciano?) battaglia: "Sabato saremo a migliaia a protestare al cantiere". E dai banchi dell'opposizione il dem Graziano Delrio chiosa: "Conte è stato sfiduciato dal M5s: l'opera si farà, peccato però che con la sfiducia del M5s il governo non abbia più la maggioranza".
CONTE AL QUESTION TIME - "Le due forze di maggioranza che rappresentano il governo hanno sempre espresso posizioni opposte in merito alla prosecuzione dell'opera", ha ribadito da parte sua il premier Conte nel question time odierno. "Conosco le ragioni espresse dalla Lega e conosco la sensibilità espressa dal Movimento 5 Stelle. Nei mesi scorsi abbiamo acquisito un'analisi costi benefici sull'opportunità di proseguire o meno nella realizzazione del Tav. Anche sulla base di questa analisi in modo trasparente e pubblicamente ho espresso le mie perplessità". "Quello che invece non siamo riusciti ad ottenere è la ridiscussione dell'opera", ha aggiunto il premier. "E questo a causa della ferma decisione della Francia di proseguire nella realizzazione dell'opera. Questo è stato l'elemento decisivo che ha pesato nella posizione riassunta da me ieri. Quando si ha a che fare con accordi internazionali tra due Paesi, già ratificati da entrambi i Parlamenti, si hanno infatti due strade per venir meno alla precedente intesa: o si raggiunge un nuovo accordo bilaterale - strada che, come ho detto, ho perseguito fino alla fine invano - oppure si assume la responsabilità di procedere con una determinazione unilaterale. Decisione unilaterale che avrebbe tuttavia costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative". Da qui l'affermazione del presidente del Consiglio che fermare l'opera sarebbe molto più svantaggioso che realizzarla. L'eventuale decisione unilaterale necessiterebbe, evidentemente, di un passaggio parlamentare", ha sottolineato. "In attesa di un eventuale pronunciamento del Parlamento, il governo non può sottrarsi agli adempimenti necessari per il corretto proseguimento dell'iter, rispettando la procedura di gara in territorio italiano", ha concluso il premier.
LA GUERRA DEI NO-TAV - Il movimento che si oppone alla Torino-Lione sul piede di guerra dopo la 'svolta' annunciata dal premier. Messaggio al governo sui siti web: "Conte dimostra di non conoscere la determinazione dei No Tav", è una delle frasi riportate sulla pagina Facebook 'Ambientevalsusa No Tav' che prende di mira il presidente del Consiglio reo, secondo il movimento che si oppone alla realizzazione della Torino-Lione, di aver espresso parere positivo sull'opera. Nel mirino dei No Tav anche Salvini e Renzi "che sono della stessa pasta" e, seppure indirettamente, il Movimento Cinque Stelle, con una vignetta che mostra alcuni Pinocchi sventolare la bandiera No Tav e un testo che lascia pochi dubbi: "Ci sono lotte sociali che vengono portate in alto durante le campagne elettorali per prendere voti per poi essere mollate quando si è al potere".
"Ho fiducia in DI Maio"
CHIARA APPENDINO - La sindaca a 5 stelle di Torino si professa ancora No Tav, ma nel commentare l'apertura di Conte sposta la questione a Roma: "L'amarezza e la frustrazione sono legittime, spero che il Movimento 5 Stelle sia coerente in Parlamento, ma d'altra parte non abbiamo il 51%...", dice. Quanto a Conte, spiega: "Prendo atto che non ha trovato un accordo con la Francia per la ridiscussione integrale dell'opera e quindi da oggi la palla passa al Parlamento". Ma la questione avrà conseguenze sulla tenuta della maggioranza pentastellata che amministra Torino?, le viene chiesto. "Sono sempre stata contraria alla Tav, ma sin dal primo giorno della mia campagna elettorale ho detto che un sindaco non poteva bloccarla. Il mio auspicio è che la mia maggioranza vada avanti, visto che abbiamo tanti temi importanti".
Poi la difesa del suo leader: "Luigi Di Maio ieri è stato molto chiaro con il suo post e le sue parole, ribadisco la mia fiducia in lui". Difende anche il ministro Danilo Toninelli, attaccato da più parti: "Non sono scelte che riguardano me, non ho un ruolo governativo, non ho ruolo nelle scelte che competono al premier, alla squadra dei ministri - premette - ma il mio auspicio è che il ministro Toninelli possa andare avanti".
DI MAIO - E sulla questione arriva anche una presa di posizione netta del vicepremier pentastellato: "Non ha cambiato idea, ma faremo valere il nostro 33%" in Parlmento che "può ancora boccare l'opera". E a chi "dice di aprire la crisi di governo" su questo, Luigi Di Maio risponde: "Se vogliamo dargliela vinta, se non vogliamo tagliare i parlamentari, se vogliamo un governo tecnico, allora apriamo la crisi... Io so solo che il M5s rimarrà coerente e sempre No Tav, ma andiamo avanti col governo per avere risultati e per arginare coportamenti inaccettabili.". In una diretta Facebook, il capo politico del M5s afferma: "Conte ci ha spiegato che il governo non può più fare nulla, ma chi può ancora può fermare è il Parlamento: solo il Parlamento può tornare indietro in maniera unilaterale. Certo io non sono d'accordo con Conte quando dice che servono più soldi per non farla che per non farla. A parte che non è solo questione di soldi, perchè c'è l'impatto ambientale. E poi l'Europa ce li ha solo promessi quei soldi, non li ha ancora stanziati. E poi per le scuole non ce le darebbe, perchè vuole fare la Tav". Ma soprattutto "per noi la priorità è mettere soldi su altre opere, non sulla Torino Lione: al Sud c'è il binario unico, al Nord crollano i ponti sul Po. Abbiamo fatto una campagna elettorale su questo, non può essere colpa del M5s se in Parlamento tutti i partiti sono pro Tav. Lo dico non solo consapevole che la maggioranza in Parlamento è a favore di un'opera che è un regalo ai francesi. Lo dico perchè ci danno dei voltafaccia, loro che sono stati tutti almeno una volta No Tav: Renzi, la Lega, poi tutti a un tratto sono diventati pro Tav: chiedetevi perchè, non sta a me dirlo ma chiediamocelo". Conclude Di Maio: "Non è finita, perchè per noi la Tav è inutile. Ma non lasciamoci nè abbattere nè dividere dai media che ci attaccano: è possibile fermare l'opera, basta votare in Parlamento. Vedremo come voteranno gli altri partiti, chi voterà con Renzi e Berlusconi. Quelli di sicuro non saremo noi".
MATTEO SALVINI - Per il vicepremier leghista il No del M5S alla Tav è "Contro il buonsenso. Che la Tav sia utile la Lega lo dice da sempre. Che costi di più sospenderla che finirla è evidente. Chi rimane contro il Tav non è contro Salvini ma è contro tout court, è contro il buonsenso". E già che c'è parla anche di Tap e Ilva: "A me interessano i fatti. La Tav si fa perché l'energia deve costare meno. La Tav si fa perché viaggiare deve costare meno. Ho a cuore il futuro degli operai dell'Ilva e mi rifiuto di pensare alla chiusura degli stabilimenti Ilva. Ho a cuore il fatto che se c'è del petrolio sotto il nostro mare e sotto la nostra terra si possa estrarre perché ci conviene". Insomma a lui "interessa la sostanza e la sostanza per il momento ci dà ragione, e anche il comitato di questa mattina che sblocca 50 miliardi di euro di opere pubbliche ferme da anni ci dà ragioni quindi avanti così".
IL COMITATO FRANCESE - "Abbiamo ascoltato con attenzione la dichiarazione sulla Tav del premier, Giuseppe Conte. È una eccellente notizia, una decisione di buon senso - ha detto il delegato generale del Comité Transalpine Lyon-Turin, Stéphane Guggino - Deploriamo il tempo perso inutilmente visto che Conte ha confermato quello che andiamo dicendo da un anno e che tutti sapevano da tempo: tra l'altro, fermare i lavori sarebbe costato più caro che andare avanti. Ma ci rallegriamo di questo progresso decisivo. Ora vanno unite le energie per recuperare il tempo perso".