Giovedì 21 Novembre 2024
VALERIO BARONCINI
Politica

Stefano Bonaccini: "Renzi con il Pd? Basta veti. Uniti possiamo battere Meloni"

L’eurodeputato: i dem devono creare le condizioni per un centrosinistra alternativo alla destra. Replica a Ugolini, candidata del centrodestra in Emilia-Romagna: "Fa campagna a suon di bufale"

Bologna, 28 luglio 2024 – Stefano Bonaccini, europarlamentare, presidente del Pd e già governatore della Regione Emilia-Romagna: come sta il suo partito e come vede l’Italia dall’Europarlamento?

"Il Pd è uscito dalle Europee meglio di come si temesse e va dato merito a Elly Schlein di aver saputo costruire un’agenda di pochi punti popolari e comprensibili e tenere – e di questo anche io mi prendo parte della responsabilità – il partito unito. Popolare è contrario di populista: da dentro le istituzioni ho visto quanto si sia isolata la destra. Non solo Matteo Salvini, ma anche Giorgia Meloni, che esce più debole perché non fa parte della maggioranza".

Stefano Bonaccini, 57 anni, ha lasciato la presidenza della Regione Emilia-Romagna per volare a Strasburgo
Stefano Bonaccini, 57 anni, ha lasciato la presidenza della Regione Emilia-Romagna per volare a Strasburgo

Gli ultimi sondaggi dicono però che lo scontro non ha modificato i consensi per FdI.

"Il centrodestra non va sottovalutato, è ancora forte in Italia, ma le amministrative hanno dimostrato che sta suonando qualche campanello. Il Pd ha il dovere di creare le condizioni per un nuovo centrosinistra che non sia solo contro la destra, ma anche alternativo".

Dunque sul «basta veti» di Matteo Renzi è d’accordo?

"Ho apprezzato le parole di Renzi, dopodiché i giudizi sono abituato a darli su programmi e proposte concrete. Per il centrosinistra proseguire con veti e personalismi vorrebbe dire regalare il Governo a Giorgia Meloni per i prossimi dieci anni. Su questo, il Pd è ostinatamente unitario".

Che ruolo può avere il centro nella vostra coalizione e come può coesistere anche nel dialogo con Conte?

"Siamo di fronte a un esecutivo che smantella la sanità pubblica, dimentica i più fragili, i diritti e il lavoro, nessun sostegno alle imprese che vogliono assumere e innovare: sono tutti argomenti sui quali avanzare proposte che vadano in senso opposto e uniscano progressisti e riformisti e chi ha a cuore l’Italia, guardando avanti e non indietro".

A Qn la civica appoggiata dal centrodestra in Emilia, Elena Ugolini, ha detto che i cittadini non sono sudditi.

"Sono le cose che la destra dice da decenni, scegliendo il populismo e non il confronto e la proposta. E mi sembra una grave mancanza di rispetto dire che l’Emilia-Romagna va liberata, in primo luogo verso i cittadini che si esprimono liberamente col voto ogni volta che si va alle urne: se non premiano la destra, non per questo sono prigionieri o imbecilli. Mette forse le mani avanti per giustificare eventuale sconfitta dando la colpa agli elettori?".

Ugolini ha anche aggiunto che Bonaccini «ha solo fatto politica per tutta la vita».

"Dovrebbe avere più rispetto per chi fa seriamente politica guardando al solo interesse delle comunità e delle persone, come io sono abituato a fare: credo lo dimostrino le quasi 400mila preferenze che ho avuto alle Europee. In ogni caso non credo saranno contenti Meloni e Salvini che, a differenza mia che amministravo a Campogalliano, Modena o poi la Regione, da quando sono ragazzi ininterrottamente siedono in Parlamento, italiano o europeo".

L’ultima accusa: per Ugolini la Regione restituì 55 milioni al governo di fondi non spesi destinati alla messa in sicurezza dei fiumi. Come la mettiamo?

"Mi permetto di farla io una domanda: Ugolini intende fare campagna elettorale a botte di fake news ? Perché si tratta di una bufala colossale, smentita più volte. I fondi di cui parla sono quelli per la navigabilità del Po, in particolare l’idrovia ferrarese, e non hanno nulla a che fare con la messa in sicurezza dei fiumi, tanto più con quelli esondati nel 2023. Tanto che sono stati rimessi a disposizione dell’Emilia grazie a un accordo col ministro alle Infrastrutture, Salvini, e non con quello all’Ambiente, competente sulla sicurezza idrogeologica".

Il governatore Toti si è dimesso in Liguria. Anche qui si va a votare in autunno. Orlando può essere il nome giusto?

"Sarà un autunno importante: con tre regioni al voto: il risultato avrà una portata nazionale. Con Andrea Orlando nei congressi interni spesso siamo stati su fronti opposti ma lo considero una proposta di grande valore. L’importante è che, chiunque sia la candidata o il candidato, si arrivi a esprimere una figura capace di unire tutto il centrosinistra, così come abbiamo fatto in Emilia-Romagna e come sta avvenendo in Umbria".

In Umbria che possibilità avete? È possibile un campo larghissimo con Stefania Proietti, sindaca di Assisi?

"Conosco Stefania da molti anni, ha indubbie e riconosciute doti amministrative, ma anche umane. Attorno a lei si può costruire un centrosinistra largo e civico. Sono convinto si possa replicare la bellissima vittoria di Perugia con Vittoria Ferdinandi".