Martedì 11 Marzo 2025
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Starmer chiama i volenterosi

Sabato videocall tra 20 Paesi. Riarmo, resta il nodo dei fondi. .

Il premier britannico, Keir Starmer, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen

Il premier britannico, Keir Starmer, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen

Venti paesi "volenterosi" e pronti a garantire la pace in Ucraina dopo il cessate il fuoco della Russia. Si incontreranno in una videocall sabato 15 marzo, convocati dal premier britannico Keir Starmer. La "coalizione dei volenterosi" è stata annunciata da Downing Street dopo le riunioni in presenza tra vertici militari e ministri della Difesa che vanno in scena oggi a Parigi promosse dal presidente francese Emmanuel Macron. E viene dopo la telefonata di ieri tra lo stesso Starmer e Donald Trump, per discutere in particolare dell’obiettivo di "una pace duratura in Ucraina".

LE POSIZIONIIl premier britannico ha auspicato "un esito positivo" dei colloqui ucraino-americani in Arabia Saudita, tale da "permettere una ripresa del sostegno militare e d’intelligence" di Washington verso Kiev. Proprio gli Usa nei giorni scorsi hanno vietato al Regno Unito di condividere le informazioni provenienti dai loro servizi segreti con l’Ucraina. Il Regno Unito ha poi chiesto a Israele di ripristinare l’elettricità a Gaza: "Siamo preoccupati per la decisione di interrompere l’energia alla Striscia e sollecitiamo Israele a revocare queste restrizioni", ha detto ai giornalisti il portavoce del primo ministro. "Gli aiuti umanitari non dovrebbero mai essere utilizzati come strumento politico", ha aggiunto.

IL CARDINALE ZUPPIIntanto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente ha criticato l’Europa, dove si torna a parlare di riarmo mentre "i popoli chiedono la pace che si costruisce con il dialogo". Zuppi, che ha svolto varie missioni inviato dal Papa per la pace in Ucraina, ha plaudito ai "primi passi" tra Mosca e Kiev: "Guardiamo con attenzione e speranza al possibile dialogo tra Ucraina e Russia". Poi ha ringraziato il governo italiano, del quale "la Chiesa guarda con interesse lo sforzo nel suo intento di connettere la crescita di responsabilità europea al dialogo intra-occidentale per cercare una soluzione ai conflitti".

L’EUROGRUPPOProprio il problema di come finanziare gli investimenti in armi è stato al centro della riunione dell’Eurogruppo di ieri e sarà uno degli argomenti dell’Ecofin di oggi. Il ministro delle Finanze della Germania Jorg Kukies si è detto scettico sugli eurobond, bocciati anche dai Paesi Bassi: Berlino si è detta invece aperta alla possibilità di finanziamenti comuni di progetti europei nelle aree di difesa. Il suo pari grado francese Eric Lombard ha chiesto di usare i fondi di ReArm Europe solo per acquistare prodotti europei.

LA PROPOSTA DI GIORGETTIIl responsabile italiano dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presenterà il suo piano. L’idea sarebbe quella di rafforzare la componente degli Stati membri nell’InvestEu, migliorando l’efficacia delle garanzie Ue per attrarre capitali privati. Dovrebbe mobilitare circa 200 miliardi di investimenti privati nei prossimi 3-5 anni, utilizzando una garanzia pubblica di 16,7 miliardi di euro, grazie a una struttura differenziata tra gli Stati membri, l’Ue e il mercato.

In una colazione prima dell’inizio dei lavori, è atteso il confronto sull’attivazione delle clausole nazionali di salvaguardia previste dal Patto di stabilità per scorporare le spese nella difesa dalle regole Ue sui conti pubblici. Le posizioni sono chiare. I Paesi frugali sono contrari, mentre la Germania ha abbandonato l’epoca del rigore. La Spagna con Carlos Cuerpo ha chiesto di finanziare le spese militari non solo con prestiti ma anche con trasferimenti a fondo perduto, mentre il belga Vincent Van Peteghem chiede di compensare tutti i soldi per la difesa, per non pesare sul debito futuro.