Roma, 3 novembre 2019 - Alcuni osservatori politici ritengono che il risultato delle elezioni regionali dell’Umbria stia avendo un impatto sulle intenzioni di voto a livello nazionale. Nella realtà la dinamica è esattamente contraria, cioè il trend del voto ai partiti nell’ultimo mese, tra l’altro da quando sta prendendo corpo ed anima la manovra finanziaria, ha avuto una influenza decisiva nella vittoria del centrodestra in Umbria. Infatti a ben guardare l’evoluzione dello scenario nazionale si nota che da oltre 30 giorni – cioè prima ancora che iniziasse la campagna elettorale – la tendenza del consenso è negativa per i partiti che appoggiano l’esecutivo e al contempo le preferenze verso le liste del centrodestra sono aumentate.
Dall’inizio del Conte 2 ad oggi il Pd ha perso circa 5 punti, il M5S 3,5 e Leu 1 punto. È vero che nel frattempo è nata Italia Viva, meglio conosciuta come il partito di Renzi, che ha aggregato circa il 6% degli elettori. Comunque sia, anche considerando l’apporto di questa nuova forza – che al momento sembra posizionarsi più come opposizione interna che come un alleato solido – il saldo rimane negativo: -3,5%.
Dall’altra parte della barricata, invece, proprio dal momento in cui è nata l’alleanza giallorossa si delinea un incremento per i partiti del centrodestra. La Lega, che aveva lasciato a terra circa 5 punti di consenso dopo l’apertura della crisi agostana, è ritornata un po’ alla volta sulle dimensioni del risultato raccolto alle europee, ed oggi è al 33,2%, mentre il partito della Meloni continua a crescere arrivando al 9%. Si aggiunge poi Forza Italia, che seppure lontana dagli allori degli scorsi anni, è aumentata di circa 2 punti.
Pertanto il saldo di questa coalizione è +6,7%. Questo per dire che letto in questa maniera il risultato delle elezioni regionali della scorsa domenica non ha rappresentato una particolare novità, cioè si sono riconfermate in terra umbra le stesse tendenze che già si registravano da tempo a livello nazionale.
La manovra finanziaria del governo si diceva. Questo è un altro tema che sta facendo calare il consenso al Pd e M5s ma soprattutto emergere una visione pessimistica sulla possibilità che ques ta alleanza giallorossa possa reggere per un lungo periodo, cioè fino a fine legislatura. La maggioranza assoluta degli elettori, il 56%, esprime un parere negativo sui provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria, il 62% pensa che le tasse aumenteranno ed il 45% ritiene che la qualità della propria vita peggiorerà nel corso del prossimo anno, a questi c’è da aggiungere un ulteriore 40% che stima che né migliorerà né si acutizzerà. Inoltre c’è da considerare che per il 55% il governo cadrà entro massimo un anno, solo il 13% pensa che arriverà al 2023.
Non solo. Il 56% pensa che questa compagine governativa sia ugualmente conflittuale al proprio interno esattamente come il precedente esecutivo generato dal contratto gialloverde. Adesso la lancetta della politica segna il 26 gennaio 2020 come data critica in cui ci sarà il ‘redde rationem’ in relazione ai risultati del prossimo appuntamento elettorale, le elezioni regionali dell’Emilia Romagna e probabilmente della Calabria. Una ulteriore sconfitta del centrosinistra potrebbe mettere in discussione la tenuta del governo Conte.
L’alleanza con il M5S potrebbe rendere meno probabile questo scenario, almeno per l’Emilia Romagna, ma al momento per Di Maio ‘non s’ha da fare’. D’altronde è anche vero che la maggioranza dei votanti pentastellati (58%) è contraria all’ipotesi di coalizione con i dem, mentre tra i votanti Pd prevale nettamente la quota (62%) dei favorevoli. Per gli italiani, però, non sono i risultati delle elezioni regionali (passate e future) la causa predominante della difficoltà di questo governo, visto che solo una minoranza degli elettori (34%) esprime fiducia nella squadra di Conte. Intanto nonostante il risultato delle elezioni umbre non si è generata una tregua tra i leader del governo e si continua a litigare. Solo ieri c’è stato l’ultimo conflitto dialettico tra Di Maio e Renzi sul futuro di Conte e della legislatura. La campagna elettorale continua.
Nota informativa ai sensi dell’art. 4 del Regolamento AGCOM - delibera n.256/10/CSP. Data di realizzazione del sondaggio: 2/11/2019. Committente: Quotidiano Nazionale. Campione: Panel Omnibus rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Tecnica di somministrazione delle interviste: Cawi. Consistenza numerica del campione: mille. Rispondenti (in %: 90%)