Giovedì 21 Novembre 2024
ROSALBA CARBUTTI
Politica

Il sondaggista Noto: "Il partito di Renzi vale meno del 5%"

Italiani stanchi, vogliono le urne. "L'intesa PD-M5s non dà fiducia"

Matteo Renzi (ImagoEconomica)

Matteo Renzi (ImagoEconomica)

Roma, 14 agosto 2019 - La maggioranza degli italiani tifa per il voto anticipato. E dopo giorni di ‘crisi’, secondo Antonio Noto, direttore di Noto sondaggi, il partito che vuole il ritorno alle urne si sta ingrossando.

Antonio Noto
Antonio Noto

Noto, che cosa sta succedendo? "Dopo le Europee, il 37 per cento degli italiani era favorevole alle elezioni, a fine luglio la percentuale è salita al 55 per cento. Oggi stimo che sia più alta".

Gli italiani non ne possono più dei giallo-verdi? "Il governo Conte aveva un livello di fiducia significativo, intorno al 43-44 per cento. Poi le liti continue hanno schifato gli italiani. Diciamo che gli scontri interni alla maggioranza di giugno-luglio hanno minato la credibilità dell’esecutivo".

Il fatto che la battaglia politica si faccia a ridosso di Ferragosto aumenta la disaffezione verso i partiti? "La Lega è l’osservata speciale. Oggi è al 38 per cento, ma visto che la rottura è arrivata che eravamo già tutti sotto l’ombrellone è difficile dire quali saranno le conseguenze a livello di consenso per Salvini. Bisognerà attendere settembre".

Intanto si fa strada l’idea di un governissimo Pd-M5s. Questa ennesima alleanza piace agli italiani? "Non credo che abbiano fiducia in un patto tra due partiti così diversi. Stando a quanto risultava dalle analisi di luglio, gli elettori dem e grillini non erano favorevoli a questa nuovo asse. Il timore, diffuso, è che si ripropongano gli stessi schemi dell’alleanza gialloverde, tra insulti e litigi. Gli italiani concepirebbero di più un’alleanza tra partiti meno distanti: o di centrodestra o di centrosinistra".

In mezzo a tutto questo bailamme ha tenuto banco lo psicodramma del Pd. Il partito di Renzi, semai si concretizzerà, quanto potrebbe valere?

"Prima delle Europee avevo calcolato che potesse intercettare il 5% dei consensi. Oggi il contesto è diverso: non si tratterebbe più di un nuovo soggetto politico, ma di una scissione dei gruppi parlamentari del Pd e, quindi, potrebbe valere anche meno".

Infine, Conte. Lei aveva testato un ipotetico partito del premier al 12 per cento. Oggi, invece, quanto varrebbe? "Direi lo stesso, ma se si alleasse con il centrosinistra. In questo caso, in uno scenario di fantapolitica, Pd e Conte potrebbero arrivare a circa il 33 per cento. Se, invece, il partito del premier si alleasse col Movimento 5 Stelle non darebbe alcun valore aggiunto".