Ferrara, 28 dicembre 2024 – “A Ferrara non c’è spazio per chi si ispira a valori contrari alla nostra Costituzione. I nostri valori sono quelli e non possono essere messi in discussione”. È una presa di posizione netta quella del sindaco di Ferrara Alan Fabbri nella replica al leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, che – in un comunicato dell’altro giorno – ha accusato maggioranza e opposizione comunali di “censura” e “discriminazione” nei confronti del partito neofascista di cui è fondatore.
Ma riavvolgiamo il nastro. Gli scontri in città e la decisa presa di posizione dell’opinione pubblica nascono all’indomani dell’inaugurazione – nell’ottobre scorso – della ‘Casa della Patria’, sede regionale del partito estremista. Non solo. A metà novembre, gli esponenti di Forza Nuova diramano un comunicato che getta ulteriore benzina sul fuoco. La volontà era quella di organizzare “presidi per la sicurezza e corsi di autodifesa” dopo alcuni fatti violenti di cronaca.
Una proposta che ha destato scalpore in particolare tra le forze di minoranza in consiglio comunale che, di concerto con la maggioranza, hanno sottoscritto un documento volto a “censurare la presenza a Ferrara di forza politiche e movimenti contrari ai principi democratici e antifascisti della nostra costituzione, nonché ogni attività di propaganda che sia manipolatoria verso i cittadini, soprattutto se minori, e l’organizzazione di ronde in ogni parte del territorio comunale”, votato all’unanimità dall’aula.
“Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle molto distanti dalla mia – scandisce il primo cittadino, in una nota mandata a Qn-Il resto del Carlino –. E specifico il mio pensiero, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del leader nazionale Roberto Fiore: Forza Nuova è libera come tutti gli altri movimenti di essere presente a Ferrara e non si deve sentire presa in causa nel dibattito che ha dato forma a questo documento, approvato in Consiglio, fin quando rispetta tali principi costituzionali. Non accetto però lezioni da loro sul concetto di libertà, parlando di censura e mancanza di dibattito, da parte di chi, solo qualche anno fa, quando ero sindaco a Bondeno, nel Ferrarese, manifestava sotto il municipio al grido di ‘Fabbri leghista, sei il primo della lista’”. Era il 2015. All’epoca Fn organizzò una manifestazione contro l’allora sindaco di Bondeno – Fabbri, appunto – e contro l’apertura della moschea nel paese.
Ma torniamo alle parole di Fiore e alla replica del primo cittadino. “Se loro (Forza Nuova, ndr) si sentono liberali, ispirati ai valori di libertà, sappiano che la mozione non è rivolta a loro – riprende Fabbri – . Il fatto che ne vogliano parlare sui giornali mi porta però a pensare che siano a caccia di visibilità, oppure che si sentano presi in causa dalla decisione del Consiglio. Ribadisco che questo discorso vale sia per la destra che per la sinistra, che a sua volta ha frange estremiste, violente e illiberali al proprio interno. Basti ricordare il caso degli insulti al mio passaggio davanti alla statua del Savonarola durante una manifestazione a sostegno della Palestina”. Un passato pesante. “Le nostre terre – chiosa il sindaco – sono state segnate da un buio periodo, sono le terre da dove partì la battaglia di Giacomo Matteotti, sono quelle dell’eccidio del Castello Estense, ricordato nelle pagine immortali di ‘Una notte del ‘43’ di Giorgio Bassani. Il voto unanime del Consiglio comunale si fa portavoce anche del passato di questa città, a presidio del presente”. Ferrara non dimentica.